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Avellino-Benevento, è solo questione di tempo. Ancona, triste epilogo per una delle più blasonate

di Luca Esposito

Editoriale di oggi che si apre con le solite brutte notizie che ci capita spesso di leggere in questi periodi. Neanche il tempo di finire ufficialmente la stagione che c'è già un club, tra l'altro glorioso, che rischia di salutare il professionismo; si tratta dell'Ancona Calcio che, evitata la retrocessione sul campo in extremis anche grazie al buon impatto di mister Boscaglia, non ha superato l'esame Co.vi.Soc a causa dei mancati pagamenti degli stipendi ai calciatori. Davvero incredibile che, in terza serie, ci siano ancora presidenti che non corrispondono gli ingaggi ai propri tesserati, abbiamo sempre detto che i criteri per l'iscrizione dovrebbero essere talmente rigidi da costringere le società a mostrare garanzie nel medio-lungo termine onde evitare di ritrovarsi a vivere una estate tra ricorsi, ripescaggi, aule di tribunali, tifosi in lacrime e professionisti che si ritrovano improvvisamente senza lavoro e senza contratto. Fa bene l'amministrazione comunale a chiedere chiarezza, pare che qualcuno dell'oramai vecchia proprietà si sia dileguato senza rispondere al telefono mentre altri hanno provato a salvare il salvabile pur fuori tempo massimo. Se c'erano le possibilità, perchè hanno atteso l'ultimo secondo? Davvero un peccato. Anche a Lecco si è passati dalle stelle alle stalle, con un'iscrizione in extremis targata Aliberti e un presidente che, in tv, attacca tanti colleghi e il sistema dichiarando pubblicamente d'aver finito i soldi. E allora la domanda è lecita: che tipo di campionato farà questa squadra? Con quale spirito un allenatore o un direttore sportivo andranno a trattare per assumere l'incarico? Situazione davvero paradossale se pensiamo che, un anno fa, il Lecco sbaragliava la concorrenza e vinceva i playoff. A proposito di playoff, finisce 0-0 la finale d'andata tra Vicenza e Carrarese in uno stadio pieno di famiglie e bambini. La squadra di Vecchi è tosta in difesa e organizzata a centrocampo, ma ha realizzato appena due gol in quattro gare di spareggio pur essendo più riposata fisicamente. Un aspetto sul quale lavorare in vista del match di ritorno che si terrà domenica prossima in uno stadio che ha visto i padroni di casa vincere quasi sempre da quando è arrivato Calabro in panchina. Un plauso, però, va anche a Benevento e Avellino, due tifoserie importanti che avrebbero forse meritato di ritrovarsi in finale per quanto fatto vedere nel percorso post season. In terra sannita non era semplice ripartire dopo un doppio salto all'indietro in poco tempo, eppure Vigorito e Carli hanno lavorato bene in condizioni complesse. Anche le decisioni arbitrali hanno avuto un peso specifico importante, l'espulsione di Talia appare severa in relazione al metro di giudizio adottato fino a quel momento dall'arbitro. Non vogliamo alimentare polemiche, ci limitiamo solo a dire che speriamo che il grande salto verso la B e la A riguardi per davvero i migliori fischietti della categoria. Ci fidiamo di Ciampi, l'uomo giusto al posto giusto che sta svolgendo al meglio il suo compito. Anche ad Avellino, infine, riteniamo siano state gettate le basi per una pronta risalita. La proprietà è forte, il direttore sportivo  ha carisma e Pazienza ha aggiunto un anno in più d'esperienza che tornerà utilissimo dopo aver pagato lo scotto del passaggio da un contesto sereno a una piazza piena di pressioni. Esame comunque superato, ai playoff abbiamo visto una squadra organizzata, tenace, che non ha mollato mai. La sensazione è che, per entrambe le campane, sia solo questione di tempo per il ritorno in cadetteria.


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