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A Caserta una società che merita fiducia. Gran galà del calcio italiano, la giusta vetrina per il campionato di Lega Pro

di Luca Esposito


Editoriale di oggi che si apre con una riflessione sulla Casertana, squadra che ieri sera è riuscita a pareggiare per 0-0 sul sempre difficile campo di Foggia mostrando grandi progressi dal punto di vista difensivo. A inizio stagione molti tifosi avevano criticato la campagna acquisti fatta dal direttore sportivo Trevisan, temendo un campionato anonimo in un girone difficilissimo sotto tutti i punti di vista. Non bisogna dimenticare, però, che la società non ha mai lesinato sforzi economici come testimonia il repentino ritorno tra i professionisti. Ed è assolutamente legittimo attuare la politica di una gestione oculata dopo aver provato a vincere con i cosiddetti nomi altisonanti. Quelli che costano tanto, che fanno vendere qualche abbonamento in più ma che non sono quasi mai garanzia di successo. Per informazioni chiedere a un presidente navigato come Vigorito, uno che ha buttato decine e decine di milioni di euro dalla finestra per il troppo amore per il Benevento, ma che ora si ritrova in testa alla classifica con un gruppo di giovani provenienti dalla Primavera e che sono cresciuti in un vivaio guidato da gente competente e per il quale la proprietà ha sempre mostrato un occhio di riguardo. Proprio per questo il derby di domenica andrà seguito con attenzione.
Da un lato un Benevento inarrestabile in casa e con tanti ragazzi innamorati della maglia e che sono animati da una voglia matta di emergere. Dall'altro un Avellino rivitalizzato dalla cura Biancolino (al netto degli ultimi risultati negativi) e che in estate ha speso tanto per gente abituata a categorie superiori. E' chiaro che una vittoria della strega potrebbe costituire la prima, vera fuga del campionato. Ieri è ripartito anche il Catania, inspiegabilmente calante in un mese teoricamente alla portata e rinato nel derby con il Trapani. A proposito dei granata siciliani, la nostra riflessione non cambia: ottimo organico, società solida, presidente ambizioso, tanti calciatori che forse potrebbero giocare titolari in B, ma eccessive aspettative per una neopromossa inserita in un raggruppamento così ostico. Ora potrebbe farne le spese Aronica, con l'avvento di quel Marino a sua volta reduce da qualche esperienza deludente condita da esoneri o piazzamenti anonimi. La Juventus U.23, invece, ha licenziato Montero affidandosi a Brambilla, quello al quale il Foggia non ha dato il tempo necessario per trasmettere il proprio credo tattico. Per la serie "a che titolo si parla di progetto". Restando in tema allenatori, non ci è affatto piaciuto quello che è accaduto a Trieste. Clotet non può, davanti a tutti e con tanti bambini sugli spalti o incollati alla tv, aggredire fisicamente un proprio tesserato. Ci mancherebbe, prendere un rosso in quel modo penalizzando una squadra già in crisi è intollerabile e, da che mondo e mondo, nel chiuso degli spogliatoi accade ben di peggio. Nel chiuso, appunto. Alla fine lo strappo si è ricucito e ci sono state le scuse, in pubblico e in privato. Ma l'episodio fotografa una situazione di tensione generale che rischia di far retrocedere una piazza che era partita con ben altre ambizioni e che continua ad invocare il ritorno di Tesser. Chiosa dedicata al Gran Galà del calcio italiano. Lunedì prossimo grande manifestazione a Latina, sarà bello veder sfilare sul palco tanti esponenti del mondo della Lega Pro. Per antonomasia fucina di giovani talenti e di allenatori emergenti.