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Salernitana, solo un grande mercato può colmare il gap con le prime

di Luca Esposito

Un Natale calcisticamente parlando sereno per i tifosi della Salernitana che, al netto del 2-1 sul Foggia, non vedono l'ora di archiviare un 2025 culminato con la retrocessione in serie C, con l'esplosione del caso Sampdoria e con un ulteriore ridimensionamento da parte della società che, in estate, non ha investito il necessario per allestire una corazzata come tutti si aspettavano dopo il doppio salto all'indietro di categoria. Attualmente i granata occupano la terza posizione in classifica, a soli tre punti di distanza dal tandem Catania-Benevento e con la possibilità di giocare tutti gli scontri diretti tra le mura amiche nel girone di ritorno. Raffaele, al netto di qualche critica ingenerosa da parte della piazza, sta facendo il massimo con una rosa sicuramente buona per la Lega Pro, ma che dovrà necessariamente essere rinforzata a gennaio per colmare l'evidente gap con le prime della classe. Anche i numeri tutto sommato certificano il discreto percorso dei campani: 11 vittorie, miglior rendimento esterno, 16 risultati positivi su 19 e Arechi violato una sola volta. Dal Cerignola e con una serie di episodi arbitrali che fecero infuriare il club. Di contro, però, ci sono i tanti gol incassati (appena cinque clean sheet), il rendimento altalenante di calciatori come Inglese, Ferrari, Capomaggio, De Boer e Liguori che purtroppo non hanno quasi mai fatto la differenza e i continui cambi di modulo che non consentono di creare una identità precisa.

Come dicevamo, però, il mercato di gennaio potrà dare le risposte che servono a quei tifosi che, nonostante tutto, hanno continuato a seguire la squadra del cuore in casa e in trasferta garantendo, all'Arechi, una media di 12mila spettatori. Sul taccuino del direttore sportivo ci sono diversi nominativi, ma tutto ovviamente dipenderà dal budget che la società gli metterà a disposizione. Iervolino non autorizzerà a partecipare ad alcun tipo di asta e questo potrebbe far tramontare le piste Bruzzaniti-Lescano. Il primo, dopo aver fatto cose eccellenti con il Pineto, sembra promesso sposo del Catania. Il secondo, in uscita dall'Avellino, costa tanto e Faggiano ha le mani legate. Almeno per adesso. Se gli irpini ragionassero sulla base del prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione ecco che l'affare sarebbe più fattibile, pur con un ingaggio che supera i limiti imposti dalla proprietà. Più facile arrivare a Cuppone che, però, non ha fatto benissimo nel girone d'andata con il Cerignola: l'attaccante è a secco da diversi mesi e non viene ritenuto incedibile. Negli altri reparti stesso problema: il giovane Tosto verrebbe di corsa ed è trattativa poco onerosa, Capuano sarebbe il colpaccio per la difesa ma la Ternana deve rimpinguare le casse e certo non lo lascerà partire a cuor leggero e per pochi spiccioli. Bellich impossibile, dalla Juve Stabia potrebbe invece arrivare l'esterno offensivo Piscopo che sarebbe ideale nel 4-2-3-1 che ha in mente Raffaele per il girone di ritorno. Proposto anche Zuccon, ma società e ds sono contrari ai cosiddetti "cavalli di ritorno". Imputato del Monopoli e Squizzato del Pescara altri profili sondati nelle settimane scorse. In uscita restano Coppolaro, Frascatore, Ubani, Varone e forse Knezovic, il Brescia insiste per Inglese che però ha un problema alla schiena che potrebbe condizionare ogni operazione. Quirini resterà perchè il regolamento vieta di giocare con tre squadre diverse nella stessa stagione sportiva: in coppa Italia, ad agosto, ha indossato la maglia del Milan Futuro. 

Naturalmente tutto dipenderà dal budget che la proprietà metterà a disposizione del direttore sportivo. Al netto della legittima scelta della tifoseria di anteporre il bene della maglia a ogni sorta di contestazione, è evidente che la gente non si fidi e che attenda un mercato roboante e senza paletti dal punto di vista economico dopo una serie di sessioni al risparmio. L’Arechi canta e spinge, ma il calo di presenze sugli spalti e un clima molto freddo intorno alla squadra testimoniano che la stragrande maggioranza ha perso fiducia. Del resto, in estate, diversi striscioni esposti in città e in provincia invitavano Danilo Iervolino e l’amministratore delegato Maurizio Milan ad andare via e tutti pretendevano l’allestimento di una corazzata dopo due retrocessioni di fila. Invece il modus operandi non è cambiato: innesti tardivi, diktat di “cedere prima di acquistare”, allenatore che chiedeva rinforzi e società che lo “bacchettava” nelle interviste, rosa incompleta e Faggiano che ha operato tra mille difficoltà. Del resto l’elenco degli errori commesso in questo triennio è corposo: due retrocessioni, record negativo di punti in A, media di tre allenatori esonerati a stagione, via-vai di direttori sportivi, il caso Sabatini nel giugno del 2022, allenamenti sempre a porte chiuse, nessun centro sportivo o riapertura della curva Nord, dal sogno Cavani all’algoritmo, dalle prospettive europee al terzo posto in C e due scontri diretti su due persi nettamente. Senza dimenticare le incoerenze sul piano della comunicazione, l’elenco di quanto speso sottovalutando quanto incassato (25 milioni di paracadute, quasi 100 per i diritti tv, plusvalenze con Mazzocchi, Ederson, Dia e Tchaouna senza contare botteghino, sponsor e marketing) e dimenticando di aver preso una squadra in A con bilancio in attivo, un parco giocatori di livello assoluto e un patrimonio inestimabile di entusiasmo. Ora ultima chance per ricucire lo strappo: i tifosi attendono investimenti, a questa rosa servono 3-4 giocatori di categoria superiore.


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