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Mignani: "Bari merita almeno la B, ma anche la A. Ma no a salti estremi"

di Valeria Debbia
Michele Mignani

Dopo la promozione in Serie B del Bari, il tecnico biancorosso Michele Mignani ha concesso una intervista ai colleghi del Corriere dello Sport spiegando quando ha capito che la cadetteria era davvero un obiettivo conseguibile: "Onestamente sino a quando non l’abbiamo raggiunto non sono stato mai tranquillo. Però, a dicembre, dopo le trasferte di Avellino e Palermo, la squadra ha preso coscienza della propria forza. Il resto è arrivato di conseguenza attraverso sacrificio e impegno".

Il presidente Luigi De Laurentiis distingue il concetto di squadra da quello di gruppo, quest’ultimo sempre decisivo: Mignani ha avuto il merito di fonderli in una sola visione. "Non è mai facile capire quali siano i propri meriti. Giudicarsi è complicato. Ognuno ha i suoi metodi. Tuttavia credo che il Bari fosse completo per realizzare qualcosa d’importante, con una forza caratteriale evidente. C’è stato un po’ di tutto. Anche la qualità dei calciatori, la capacità dello staff di far correre tutti. Io ho fatto al meglio il mio lavoro, ma c’erano valori importanti alla base di tutto grazie alla programmazione della società, un fattore non secondario".

Ora bisognerà costruire una squadra da B: "Sarà una valutazione che faremo insieme con il direttore sportivo Polito. Certamente qualcosa dovremo modificare anche solo per una questione anagrafica. Serviranno più under per le regole della categoria. Ma niente rivoluzioni, non ne abbiamo bisogno".

Antonio Decaro, sindaco della città pugliese, ha già chiesto l’Europa e il popolo biancorosso si è accodato: "Tutti sappiamo che Bari merita almeno la B, ma anche la A, perché no? Siamo riusciti a far tornare l’entusiasmo, ma io non credo che non si debba ragionare per salti estremi. Bisogna fare un passo alla volta. E costruire una squadra veramente forte".