Catania, Dini: "L'aria è giusta, si può fare qualcosa di importante"
Andrea Dini blinda la porta del Catania e consente ai rossazzurri di lottare ai vertici della classifica. Interpellato da La Sicilia, il portiere non dà però chissà che peso ai clean sheet: “Più che per uno 0-0, firmerei per un 5-4. A costo di rovinarmi la media? Conta il risultato, i numeri poi restano fine a sé stessi se non accompagnati dall’obbiettivo comune. Ho mantenuto la rete inviolata 14 volte su 19 gare. Merito di tutto il gruppo. Non solo il reparto arretrato, è la squadra che parte dalle punte e arriva fino al portiere. Basta una parola, non per forza un intervento di gioco, per salvare un gol. Si comunica tra noi, siamo al posto giusto al momento giusto tatticamente. I numeri parlano da soli, è una cosa bella che va riconosciuta. Ci rende fieri”.
L'ambiente sta recitando un ruolo importantissimo, soprattutto in casa: “La vera sensazione è quella di esserci sempre come squadra. Quella di essere sulla strada giusta, c’è la voglia di respirare l’aria e di poter fare qualcosa di importante. Se una diagonale di rientro viene effettuata con i tempi giusti questo è frutto di un insieme di cose costruite da tutti in allenamento. Se stiamo a ricordare i gol sventati faremmo notte. Ci sono particolari che a occhio nudo non si percepiscono ma che hanno il proprio peso. Ognuno di noi spende fino all’ultima goccia di sudore. La testa fa sempre la differenza”.
Naturale il ringraziamento verso i propri sostenitori: “Spero che anche i nostri tifosi siano orgogliosi di questo momento e di quello che stiamo facendo. Se viviamo un momento così importante è anche merito dei tifosi. Da soli faremmo tanta fatica, in trasferta si sente la mancanza di chi ci ha incitati pure lontano da casa. Spero che possano tornare a seguirci fuori. Il mio ambientamento con Catania? Non c’è cosa più bella, dopo l’allenamento, di tornare a casa e stare bene. La mia compagna si è trovata subito a meraviglia, il rapporto con la gente è molto genuino. Si respira aria da città che vive di calcio e che ha i colori tatuati sulla pelle”.