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Capuano: "Qui sembra il Liverpool. Trapani non c'entra un ca**o con la C"

di Valeria Debbia
Ezio Capuano

Ezio Capuano si è presentato quest'oggi in conferenza stampa quale nuovo allenatore del Trapani, dopo aver esordito ieri con una vittoria contro la Casertana: "Mi preme ringraziare il presidente Antonini e il direttore Pavone per avermi portato in una città importante, in una squadra fortissima e soprattutto, lo dico con grande schiettezza e con grande onestà, penso nella società che in questo momento in Italia è tra le primissime, quindi una proprietà fortissima, dove qualsiasi allenatore e qualsiasi giocatore vorrebbe essere. Io in questo momento mi sento un privilegiato perché oggi essere l'allenatore di un presidente come Antonini penso che non è da tutti. Se ha scelto me, in me accresce oltre l'entusiasmo un senso di responsabilità notevole ma penso che questo l'ho fatto ovunque. È normale che dopo le vicissitudini con cui ho convissuto, facendo anche penso delle cose importanti come l'ultima di Taranto, con tante difficoltà, con punti di penalizzazione e poi l'ultima esperienza su cui mi voglio soffermare per dedicare ancora una volta ci fosse bisogno, il mio pensiero a quei bambini che sono morti, a quei bambini che resteranno sempre nella mia vita, che io ho accompagnati nell'ultimo momento, nell'ultimo viaggio e quindi prima di iniziare questa conferenza è obbligo da parte mia ricordare quei bambini, ricordare la piazza di Foggia che mi ha dato tantissimo".

"Innanzitutto debbo ringraziare questi ragazzi per la disponibilità che hanno dato dal primo momento che sono arrivato. Dopo tanti anni di carriera ti accorgi subito e io questa squadra l'ho sentita mia a differenza di altre dal primo momento. A volte si sceglie in base anche alla piazza, all'entusiasmo alla forza grandiosa di una squadra, tralasciando con immediatezza le varie valutazioni. Io questi giocatori ho avuto il piacere di allenarli in 4 o 5 e tantissimi li ho sempre chiamati ma non ho mai avuto la forza economica per poterli prendere o la possibilità di una società che mi desse questo. Se ieri abbiamo vinto il merito è soltanto loro. Anzi un ringraziamento va fatto ad Aronica, perché la squadra era predisposta, lo ringrazio per quello che ha fatto, perché io in pochi giorni potevo fare poco. Ho cercato di coprire più o meno il campo, di coprire l'ampiezza, di variare sistema di gioco con la facilità che molti giocatori li conoscevo, ma il merito non è mio. È solo e semplicemente dei ragazzi. Io penso di aver dato qualche cosa, la squadra mi è piaciuta sotto l'aspetto dell'interpretazione e dell'aggressione alta. Abbiamo sbagliato qualche scalata, ma in due o tre giorni capite bene...  Nel calcio ci vuole la cultura anche di saper perdere, ma la Casertana non ha mai tirato in porta se non la punizione di Damian, noi abbiamo pressato alto contro una squadra che non perdeva da 7 partite mentre noi venivamo da 3 sconfitte consecutive fuori casa. Noi abbiamo fatto la partita che dovevamo fare, noi abbiamo coperto gli spazi, siamo andati a correre sempre in avanti, non abbiamo mai corso dietro, abbiamo avuto coraggio, abbiamo cercato di vincerla e siamo stati premiati. Io penso di guidare una squadra forte, ve lo assicuro: mi diverto. Questi prima di essere giocatori sono uomini perché c'è una differenza tra il giocatore forte e l'uomo forte. Io ho sempre detto nella mia carriera che preferisco avere giocatori affidabili e non giocatori forti. Ringrazio il direttore Pavone e oggi mi sento orgoglioso dopo tante esperienze: penso che il mio più grande orgoglio è quello di essere arrivato in una società vera. Qui sembra di essere a Liverpool, non c'entra un cazzo il Trapani con la C. E speriamo al più presto di dare le soddisfazioni che merita ad un uomo che ha speso tantissimo. Io e il direttore faremo il massimo affinché le soddisfazioni siano sempre più notevoli".

"Se ho già chiesto qualcosa? Io posso essere scarso o meno, però sono una persona seria, non sono un finto. Io ne ho conosciuti di tanti di finti nel calcio e anche ultimamente gente che mi ha dato la parola d'onore ma che non sa nemmeno l'onore cos'è e non sa nemmeno convivere con la propria dignità. Io rispondo con grande onestà: per me questa è una squadra forte che può giocare con più sistemi di gioco. Il sistema di gioco di Capuano è la sofferenza e non è il divertimento. Io cerco di mettere una squadra equilibrata in mezzo al campo. Io dico sempre che chi vuole vedere lo spettacolo c'è il circo e ci sono tanti bei film. Io penso che il calcio è un'azienda e l'azienda te la dà il risultato. Chi pensa di venire a vedere il Trapani e vuole la costruzione, anzi la distruzione dal basso, sette passaggi consecutivi è difficile che lo vedrà. Chi vuole vedere una squadra equilibrata dove ogni giocatore sa fare quello che deve fare in mezzo al campo e ogni giocatore sputa ipoteticamente il sangue... Io se dovessi dedicare la vittoria, lo farei a quei 25 pazzi che sono venuti e che hanno preso tutta quell'acqua addosso e che a fine partita hanno urlato 'vi vogliamo così'. Quella è stata la mia più grande soddisfazione. Io penso che il calcio è un concentrato tra commozione e emozione. Il calcio di Capuano è un calcio pragmatico, un calcio organizzato, un calcio razionale, un calcio equilibrato dove si cerca innanzitutto di coprire gli spazi, di non concedere agli avversari. Cosa ho detto alla squadra nell'immediatezza della gara. L'importante è non prendere gol, tranquilli siamo troppo forti davanti, il gol lo facciamo".