Rivetti e il progetto Modena: "Dobbiam vincere, uscire da C e costruire"
"Prendere il Modena era un sogno, e non è una frase fatta. Noi di famiglia amiamo il calcio: io e i miei figli Matteo, ad del club, Silvio e Camilla stessa". Così Carlo Rivetti, presidente del Modena, in una intervista rilasciata ai colleghi de La Gazzetta dello Sport ha parlato del suo amore per i canarini e della scelta di subentrare a Romano Sghedoni nella stanza dei bottoni gialloblù: "Modena è diventata la mia casa, dove ho costruito la mia fortuna e dato corpo ai miei sogni. E ci sono persone meravigliose con le quali lavorare. Ne prendo uno, Tesser: ci siamo incontrati e nonostante avesse altre offerte, di quelle prendibili subito, ha aspettato la mia scelta. E questo, per me, vale molto, più di ogni altra cosa. Io vengo da Torino: a Torino si fanno le macchine, a Modena i sogni. Voglio portare Modena nel mondo. Partendo da? Dal togliersi dalla categoria in cui siamo. Dobbiamo vincere, uscire dalla Serie C e costruire: un settore giovanile importante e possibilmente un centro sportivo, la nostra casa". Rivetti ha anche spiegato se i tifosi hanno già chiesto in quanti anni porterà il Modena in A: "Non ancora, ma ripeto che intanto dobbiamo toglierci dalla Serie C. Quando dico che voglio portare Modena nel mondo penso anche a due cose. La prima: in Inghilterra mi apprezzano molto e vorrei portare la gente qui a godere delle gioie emiliane, che sia la casa di Enzo Ferrari come dell’aceto balsamico o la pasta. E quando faremo il Modena-shop non sarà solo merchandising: assieme ai gadget, a chi verrà da fuori, vorremmo dare prodotti modenesi".