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Pres Rimini: "In C no diritti tv: perché continuare? Ostaggi del sistema"

di Valeria Debbia
Giorgio Grassi

Protagonista della rubrica 'le storie della Lega Pro' tenuta da Tuttosport ecco Giorgio Grassi, presidente del Rimini, che ha parlato del futuro del club biancorosso: "E' un immenso punto interrogativo anche per una questione etica ed economica. La mia azienda che produce palloncini e li distribuisce in tutto il mondo, la Grabo, non so se riuscirà a reinserire tutti i dipendenti che ho in cassa integrazione. I miei dipendenti sono in tutto circa 130 ma la crisi è davvero dura soprattutto in Italia. Il nostro primo mercato sono gli Stati Uniti che sono stati gli ultimi a chiudere e i primi a riaprire però le incertezze sono tante in molti Paesi. Per una azienda privata sottrarre risorse per i propri dipendenti per quello che di fatto è un hobby, ovvero la società di calcio, è eticamente non molto sostenibile. Bisogna poi vedere quali saranno i criteri di ingaggio. Ci saranno le fideiussioni o no? Come verranno emessi i verdetti? Vediamo cosa decideranno. La vedo dura perché se fossimo costretti a stare fermi a giugno per poi forse riprendere a luglio e agosto senza introiti perché a porte chiuse, beh, è chiaro che non sarebbe possibile. Non ci sarebbero ricavi. Io ho pagato tutti col Rimini e voglio continuare così ma questo campionato non potrà restare regolare per imposizione, siamo ostaggi del sistema. Giusto che la A riprenda per i diritti Tv e quant'altro ma la Serie C non ha quelle voci. Per cui perché continuare?".


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