Perugia, Montevago è il perno dell’attacco: i numeri del nove
Nel mosaico offensivo del Perugia c’è un dato che emerge con chiarezza: la centralità di Daniele Montevago. Non solo per ruolo, ma per continuità d’impiego, minutaggio e peso specifico all’interno della struttura della squadra. Il centravanti classe 2002 è il riferimento principale dell’attacco biancorosso. I numeri lo certificano senza ambiguità: 18 presenze, 17 da titolare, 1.280 minuti complessivi, con 2 reti all’attivo. Dati che raccontano un utilizzo costante e fiduciario, soprattutto se confrontati con il resto del reparto offensivo. Claudio Giardino, seconda punta centrale di ruolo, pur avendo collezionato 14 presenze, parte solo 7 volte dall’inizio e si ferma a 170 minuti: una distanza netta che fotografa la gerarchia.
La centralità di Montevago non va letta esclusivamente in chiave realizzativa. Il suo impatto è strutturale: è il giocatore attorno al quale ruotano gli esterni – da Kanouté a Bacchin, passando per Ryder Matos – e su cui si appoggiano le mezze punte e i trequartisti, come Manzari. In una squadra che distribuisce responsabilità e minutaggi, lui è l’unico attaccante a cui non si rinuncia quasi mai.
Anche il confronto interno sul piano del minutaggio rafforza la sua posizione: Montevago è tra i giocatori di movimento più utilizzati dell’intera rosa, alle spalle di pochi pilastri come Giunti o Megelaitis. Un segnale evidente di quanto lo staff tecnico consideri il suo lavoro imprescindibile, sia nelle fasi di possesso che in quelle di non possesso.
Il Perugia, oggi, ha un attacco che può cambiare interpreti sulle corsie e alle spalle della punta, ma non cambia il suo nove. Montevago è il riferimento stabile, il terminale che dà senso al sistema e continuità alla manovra. Ed è da questa centralità – più che dal numero dei gol – che passa una parte consistente dell’equilibrio offensivo biancorosso.