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Bassano-Vicenza, per la fusione serve una deroga

di Sebastian Donzella
Renzo Rosso

Questa mattina Renzo Rosso, patron del Bassano Virtus, ha lanciato la bomba: l'unione del proprio club con il Vicenza e il trasferimento, di conseguenza, nella cittadina berica e allo stadio "Menti" [QUI]. Un passaggio di titoli, però, facile solo all'apparenza: non tanto per le rimostranze del pubblico di fede giallorossa quanto per i regolamenti della FIGC in merito. L'articolo 20 delle Norme Organizzative Interne (le NOIF, insomma), dichiara che "in ambito professionistico tutte le società interessate alla fusione, ovvero alla scissione o al conferimento devono avere sede, salvo casi di assoluta eccezionalità, nello stesso Comune o in Comuni confinanti". Peccato, però, che tra Bassano e Vicenza vi siano 30 kilometri di distanza: la provincia è la stessa ma senza alcun confine condiviso.

L'idea che la retrocessione del Vicenza possa facilitare la fusione, dal momento che in Serie D tali operazioni sono più semplici e frequenti, non è nemmeno da prendere in considerazione, visto che lo stesso articolo dichiara: "Nell’ipotesi in cui le suddette operazioni siano effettuate tra società del settore professionistico e società del settore dilettantistico – giovanile e scolastico, vige il criterio stabilito in ambito professionistico".

Al patron della Diesel, insomma, servirà una deroga dalla Federazione per poter portare il titolo del Bassano a Vicenza: altrimenti, se vorrà continuare nel suo progetto di trasferimento in biancorosso, dovrà concentrarsi esclusivamente sui risultati del team berico, attualmente ai playout col Santarcangelo. I giallorossi, invece, ironia della sorte, sono approdati al secondo turno dei playoff e sono, quindi, ancora in corsa per la Serie B.


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