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Arezzo, Bucchi: "Giocar bene non basta. Servono cattiveria e concretezza"

di Lorenzo Carini

Cristian Bucchi, tecnico dell'Arezzo, ha parlato ai microfoni di PicenoTime al termine del match perso per 1-0 sul campo dell'Ascoli: "Quando sono arrivato, ho prima cercato di conoscere il gruppo che avevo a disposizione e poi di trasmettere le mie idee alla squadra. Abbiamo fatto un buon percorso, creando una forte identità di gioco. Ma giocar bene non basta, servono anche cattiveria e concretezza. Contro SPAL e Carpi abbiamo creato 25 occasioni e segnato solo due volte su calcio piazzato, è troppo poco e per questo motivo dobbiamo fare 'mea culpa'. Avevamo preparato la partita sapendo di incontrare una squadra in difficoltà, il primo tempo è stato ottimo ma non abbiamo segnato. Bisogna essere più cinici, nella ripresa siamo partiti male e al primo tiro abbiamo preso gol. Da quel momento la partita è cambiata, l'Ascoli ha giustamente provato a spezzettarla e abbiamo rischiato di subire anche il raddoppio su un contropiede clamorso. Nella confusione non siamo stati bravi a crearci l'episodio, senza tirare neanche a tu per tu con il portiere. Non abbiamo avuto problemi di natura tattica nel secondo tempo, ma l'approccio è stato molle: dopo aver giocato un buon primo tempo, si doveva rientrare agguerriti e partire forte. Non va bene, abbiamo dato l'opportunità a una squadra in difficoltà di rientrare in partita. Abbiamo sbagliato tante rifiniture, cross e passaggi: con tutto il rispetto per l'Ascoli, stiamo perdendo dei punti perché facciamo qualcosa in meno di quello che dovremmo fare".

Sulle sensazioni provate al ritorno al "Del Duca": "Pensavo di ricevere qualche insulto in più. A parte le battute, ad Ascoli provo sempre una girandola di emozioni, vissute sia da calciatore che da allenatore. Ci sono partite che ricordo ancora oggi, sono legato a questa piazza e alle persone con cui ho lavorato. Auguro le migliori fortune al club bianconero".


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