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Top & Flop di Virtus Verona-Renate

di Francesco Moscatelli
Bocalon, TOP Renate

Manita. Cinque. Pokerissimo. Chiamiamolo come vogliamo, ma il magic-moment del Renate non conosce sosta e anche un campo tradizionalmente ostico come quello della Virtus Verona deve registrare una "Pantera" mai così in forma. E sì che il gol di Toffanin al minuto 48 del primo tempo (destro dopo scambio con Rispoli) poteva demoralizzare i ragazzi di Foschi e, in fondo, una serata-no, sarebbe stata nell'ordine delle cose. E invece no. Quando le cose "girano", i risultati si sistemano. E così trova spazio il bel cross dalla sinistra di Riviera per la testa di Bocalon, il calcio d'angolo finalmente battuto alla vecchia maniera che porta ai cari, banali vecchi risultati, ossia l'inzuccata di un difensore centrale abile nel gioco aereo (Auriletto) per la più dolce delle correzioni. Virtus Verona un po' ingenua, a volte un po' sbilanciata, sicuramente oltremodo sfortunata e in credito con l fato. Renate senza parole. Ma punti sì, tanti. Quindici.

Vediamo ora coloro che, a nostro avviso, sono risultati essere i migliori e i peggiori nella partita disputata questa sera allo Stadio "Mario Gavagnin-Sinibaldo Nocini" di Verona.

TOP:

Alfonso-Toffanin-Metlika (Virtus Verona): perdi in casa e c'è la coda tra i TOP? Sì, è una Virtus che vale forse di più dei (soli) quattro punti raccolti. Manca chiaramente un po' di malizia, ma non sono dispiaciuti né i primi trenta minuti rossoblu né l'approccio alla ripresa, con una squadra che difende il pareggio continuando a proporre una più che discreta spinta offensiva. Gli impacci dell'altra fase (quella difensiva) spingono in auge un elemento che sul piedistallo c'è già stato tante volte nella sua lunga carriera: ma quante parate decisive ha firmato Alfonso? Bene Toffanin in occasione del gol (in collaborazione con l'interessante Rispoli) e nella costruzione della manovra quasi da regista arretrato, bene anche Metlika che pure ha provato a verticalizzare un gioco che, almeno in questa serata, si è sviluppato in casa rossoblu soprattutto per vie centrali. Ci sarebbero poi anche altri cui mettere un timbro "rivedibile" in senso positivo: il già citato Rispoli, ma anche chi ha già fatto vedere in questi anni tutto il proprio peso offensivo. Tipo De Marchi? Sì, esatto: proprio lui. UNA CLASSIFICA NON DEL TUTTO VERITIERA

Una grande solidità caratteriale (Renate): andare in svantaggio a pochi secondi dall'intervallo, dopo aver attaccato dieci minuti a testa bassa, può mandare ai pazzi anche le corazzate. Non è dato sapere, ancora, se il Renate possa essere definito "una corazzata" (probabilmente no, a meno di voler rischiare derisioni sulla pubblica piazza, anche perché il Renate resterà sempre il nome meno...cool del lotto); è però un fatto che per ammazzare la "Pantera" ci vuole veramente una prestazione di grande forza. Prestazioni che, al momento, nessuno è in grado di sfoderare. Cinque vittorie di misura, un solo gol subito, sei segnati da sei marcatori diversi. E, si sa, continue vittorie di misura indicano più di qualcosa. In questo punteggio pieno c'è tutta l'esperienza di Bocalon, Siega e Delcarro, c'è la crescita lenta ma costante di Auriletto, c'è la gioventù di De Leo e Riviera (bella pennellata per la sentenza del Doge) che si fortifica con il passare dei minuti. C'è però soprattutto un collettivo e, quando è il collettivo a parlare, vuol dire che un allenatore sta lavorando bene. ORMAI NON SONO PIU' SOLO IMPRESSIONI

FLOP:

Le corsie esterne (Virtus Verona): non è stata senz'altro la partita degli esterni, oggi poco utilizzati. In entrambi gli schieramenti, ma soprattutto nel 3-5-2 di Fresco. Anzi, l'uscita anzitempo di Bassi al minuto 22 forse era un segnale premonitore: non poteva essere questa una partita che...metteva le ali. Prestazione anonima anche quella di Amadio, ex della gara. Marco Amadio, classe '99, sostanziamente un buon giocatore per questa serie C e qualche barlume lo si era visto anche a Meda nel corso della passata stagione: paradossalmente la sua duttilità (mezzala? esterno?) rischia però di rallentare però il suo processo di crescita. Gara sfortunata anche per Pagliuca: una serata che poteva rappresentare una buona chances con quella maglia da titolare, ma la partita del figlio d'arte dura 33 minuti. OGNI STAGIONE, A VERONA, COME INIZIA IL CAMPIONATO, GIGI FRESCO SI METTE ALLA LAVAGNA E SA CHE IL PERCORSO DI SVILUPPO DEI GIOVANI SARA' LUNGO E TORTUOSO

Una partenza un po' contratta (Renate): difficile, dopo una classifica che al 20 settembre dice ancora punteggio pieno, mettere i puntini sulle "i" a questo Renate che tiene testa ad una squadra -il Padova- che probabilmente costa tre volte tanto. Non è mai un Renate scintillante, in nessuna delle cinque partite fin qui disputate. E anche a Verona qualche fase meno brillante c'è stata, soprattutto nella prima frazione. Ma è proprio questo il dato: è un Renate che se la cava anche quando è meno spavaldo, questo è sempre un tratto da tenere in considerazione per le proiezioni future. A livello di singoli, oggi meno bene Di Nolfo e Plescia, ma anche qui è una considerazione da incanalare in un percorso di orizzonti più larghi: laddove un giocatore stecca, il compagno sopperisce. LE LACUNE CHE DIVENTANO STIMOLO


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