Pro Vercelli, Santoni: "Prestazione vergognosa, non si può andare avanti così"
Le parole di Michele Santoni, tecnico della Pro Vercelli, dopo la pesante sconfitta in casa (0-5) contro l'Arzignano, riportate da magicapro.it: "La prestazione è stata vergognosa. Da un po’ di settimane dico che al primo errore sbagliamo e veniamo puniti: sta diventando un ritornello. Questo è un problema mentale, quasi di arroganza, su cui dobbiamo tutti utilizzare bene questi sei giorni di feste per fare il punto della situazione e per provare a correggere gli errori e ripartire. Perché di sicuro non possiamo andare avanti così. Tutta la settimana ci siamo detti di essere più aggressivi degli avversari, perché sul piano del gioco non abbiamo problemi, ma se ci facciamo schiacciare e perdiamo duelli diventiamo inferiori agli avversari. Alla prima azione in cui dovevamo aggredire forte, ci siamo fatti bucare nello spazio. Una conseguenza di errori che non possiamo più permetterci. Poi abbiamo provato a macinare gioco, ma la partita si è messa in un determinato modo e non ci hanno concesso spazi. Poi abbiamo subito in ripartenza e, sul 2-0, diventa un gioco mentale. Sono quelle situazioni in cui sei un pugile nell’angolo e a ogni tiro degli avversari arriva un gol. Noi avremmo potuto stare qui fino a domani mattina, ma non sarebbe mai entrata. In parte sapevamo che questi momenti sarebbero potuti arrivare, perché giochiamo con tanti giovani: ma, nel momento in cui viene, fa male. Purtroppo il calcio è così. butti via cinque mesi di lavoro discreto per una partita sola. Siamo lontani dalla Pro Vercelli che vogliamo vedere in campo. Se il problema è mentale o fisico, lo analizzeremo con il mio staff. Ovvio che abbiamo giocato più degli altri e non sono giocatori abituati a questi ritmi: a livello fisiologico qualcosa c’è. Oggi non salvo nessuno, ci sono stati troppi errori. Non ho visto una squadra che non volesse fare bene, perché si arrabbiavano anche tra di loro. Abbiamo avuto difficoltà a creare occasioni. Clima ostile allo stadio? Quando ho deciso di fare l’allenatore, sapevo che non mi avrebbero sempre applaudito o insultato. Fa parte del gioco. Come ti prendi i complimenti quando fai bene, ti prendi gli insulti quando le cose vanno male. Essere professionisti significa staccarsi da queste cose e fare comunque la propria gara. I giovani devono fare in fretta il callo, non è la prima e l’ultima volta che accadrà nella loro carriera. Dobbiamo ripartire da quanto di buono fatto fino a ieri. Nel calcio, ripeto, sei tanto buono quanto la tua ultima gara per chi sta fuori. Noi sappiamo cosa abbiamo fatto da luglio, vincendo il derby, con la Triestina e portando via un punto con l’Inter U23. Ovvio che dobbiamo farci un esame di coscienza e, dal 3 gennaio, giocare le partite come se dovessimo ancora salvarci, prima di pensare di essere belli e puntare ai playoff. Non voglio difendere nessuno, ma non c’è grande differenza tra la rosa attuale e quella che l’anno scorso ha disputato i playout: alcuni sono rimasti e sono arrivati giocatori da squadre retrocesse o dal nostro Settore Giovanile. Non abbiamo costruito una rosa per andare in Serie B, anche se qualcuno magari si è illuso per il modo in cui giocavamo tra ottobre e novembre. Rimaniamo una squadra che deve rimanere umile, con un budget simile a quello dell’anno scorso e che vuole far meglio della passata stagione. Bisogna andare in campo con il coltello tra i denti, per assicurarci il prima possibile la certezza di non fare i playout. Poi si vedrà quello che verrà dopo. Noi dobbiamo fare in maniera diversa dalle altre squadre, perché qui c’è un progetto di valorizzazione dei giovani: però, come ho detto l’altra volta, il nostro modo di giocare non deve diventare il nostro tallone d’Achille. Se non togliamo quei piccoli difetti, faremo fatica. Dobbiamo ancora crescere, per provare a dominare le partite come abbiamo fatto prima. Per come sono fatto io, non applaudirò mai un mio giocatore che calcia la palla fuori dallo stadio. Qui c’è un progetto, non mio ma del Bridge Football Group, per far crescere i giovani. Continueremo a fare un gioco propositivo".