Pres Albinoleffe: "I playoff sarebbero un risultato significativo per noi"
A ridosso della conclusione dell’anno solare, in casa AlbinoLeffe è tempo di bilanci. In una fase della stagione che coincide con il giro di boa del campionato di Serie C e con la pausa delle attività del settore giovanile, il presidente bluceleste Gianfranco Andreoletti ci ha offerto un’analisi che guarda al presente, ma anche al futuro, nel solco dei valori e dell’identità che da sempre contraddistinguono la nostra società.
Presidente, dopo una prima parte di anno solare andata in archivio con una lunga serie di record seriani in regular season (punti, vittorie, posizionamento, gol fatti) con l'attuale formula della Serie C, in estate - sempre sotto la guida di mister Lopez - si è aperto un nuovo ciclo che sta iniziando a carburare. Cosa si aspetta da squadra e staff nei prossimi mesi?
“Nel rispetto della nostra tradizione e delle nostre peculiarità, l’aspettativa primaria resta il mantenimento della categoria, che per l’AlbinoLeffe rappresenta una condizione essenziale e tutt’altro che scontata, soprattutto se raggiunta evitando i playout. Gratificante sarebbe invece competere per un obiettivo più ambizioso, come gli spareggi per la promozione: centrare i playoff sarebbe un risultato significativo, perché consentirebbe di ambire a quella categoria nella quale abbiamo trascorso lunghi anni”.
Ad agosto, Mohamed Alì Zoma - fulgido prodotto del vivaio bluceleste - è approdato al Norimberga, storico e prestigioso club tedesco, con cui si sta distinguendo in 2.Bundesliga. Issa Doumbia, passato un anno fa al Venezia, si sta confermando elemento di spicco in laguna. Quanto la emoziona vedere questi prodotti blucelesti ritagliarsi un ruolo importante in squadre così blasonate, anche in relazione alla nostra mission?
“È motivo di grande soddisfazione perché da un lato offriamo loro opportunità significative di crescita professionale, dall’altro valorizziamo ulteriormente il nostro lavoro, che parte dalle categorie più basse del settore giovanile. La nostra missione è formare giovani di qualità per la prima squadra e, al tempo stesso, creare opportunità che possano contribuire alla sostenibilità economica della società, soprattutto in una categoria i cui costi stanno lievitando in modo rilevante”.
In un calcio spesso orientato al risultato immediato, quanto è difficile mantenere l’identità dell’AlbinoLeffe fatta di sostenibilità, giovani e programmazione?
“È sempre più complesso. Il calcio italiano di Serie A e Serie B sta progressivamente riducendo gli investimenti nei settori giovanili, privilegiando l’acquisto di calciatori dal mercato estero. Questo fenomeno, a mio avviso, impoverisce il movimento calcistico nazionale, sottraendo risorse alla crescita e alla valorizzazione dei giovani italiani”.
L'efficienza di strutture come quelle che compongono l’AlbinoLeffe Campus, anche a distanza di anni dal lancio, garantisce una qualità del lavoro di prim'ordine. E, di fatto, rappresenta uno straordinario biglietto da visita del club: è la cartolina bluceleste che più la rende orgogliosa?
“Senza dubbio è un biglietto da visita che rispecchia pienamente la vocazione dell’AlbinoLeffe ed è un motivo di orgoglio per la società. Consegniamo ai ragazzi che lo vivono ogni giorno un ambiente in cui crescere sia da un punto di vista sportivo che umano, imparando il rispetto delle regole, il confronto e il valore del lavoro. Rispetto al passato, oggi abbiamo però più difficoltà a far sì che si ritaglino un ruolo nel calcio dei grandi e su questo aspetto dobbiamo continuare a lavorare e migliorare”.
Quanto è importante oggi investire, oltre che sulle infrastrutture, anche sulle figure professionali al sostegno dei più giovani?
“Non è solo importante, ma fondamentale. La crescita sportiva e umana dei ragazzi dipende in larga parte dalla qualità delle figure che li accompagnano nel percorso formativo. Proprio come avviene nel mondo della scuola, dove gli insegnanti fanno la differenza, nel nostro contesto sono gli istruttori ad essere determinanti. Per questo motivo, queste competenze rappresentano una risorsa strategica per le nostre società”.
La Serie C è un campionato sempre più complesso e dispendioso: quali sono oggi, secondo lei, le principali criticità strutturali della categoria? In cosa crede che l’AlbinoLeffe possa essere in qualche modo un esempio per altri club che si affacciano alla terza serie?
“Purtroppo, la Serie C sta progressivamente perdendo alcune delle finalità che l’hanno contraddistinta fino qualche anno fa. Un tempo era una categoria fortemente legata al territorio e alla valorizzazione dei giovani italiani. Oggi questo obiettivo sembra meno centrale, con una conseguente difficoltà per il calcio nazionale di costruire percorsi di crescita strutturati per i giovani, tema che appare oggi meno prioritario anche a livello federale”.
Se dovesse spiegare oggi cos’è l’AlbinoLeffe a chi non lo conosce, quali valori sceglierebbe per definirlo?
“Credo che il vero valore dell’AlbinoLeffe risieda nella volontà di lavorare quotidianamente in funzione dei ragazzi, con la finalità di offrire loro un percorso serio, strutturato e coerente, capace di coniugare obiettivi sportivi e formazione umana”.
Quale messaggio vuole dedicare ai tesserati blucelesti per il nuovo anno in arrivo?
“Per una volta permettetemi di dedicarlo in primis alla prima squadra, che nell’ultimo periodo ha attraversato un momento non semplice. In una fase così importante della stagione è fondamentale mantenere compattezza, determinazione e fiducia nel lavoro quotidiano, senza mollare neppure un centimetro”.
Cosa si sente di dire, invece, a chi segue l’AlbinoLeffe con passione ogni settimana? Quale pensiero dedicare ai tifosi blucelesti per il 2026?
“Desidero innanzitutto ringraziarli per la presenza costante e per il sostegno che continuano a garantire alla squadra. Mi auguro che questo importante stimolo possa rappresentare un ulteriore supporto nel nostro percorso di crescita e contribuire di volta in volta a migliorare il nostro rendimento”.