.

Livorno, chi ben inizia...! E Foschi può sorridere

di Claudia Marrone

Una gara che valeva il prezzo del biglietto. Una gara che si preparava da sola. Una gara spartiacque. Una gara importante per la mente. Tante definizioni si potevano dare al big match che il Livorno ha giocato ieri sera tra le mura amiche del "Picchi", dove arrivava la capolista Robur Siena, che proprio in terra labronica - con onore - ha dovuto nuovamente rendere scettro e corona agli amaranto, vincitori per 1-0 della partita di cartello della 31^ giornata del Girone A.
Un vantaggio di due punti, ma non è da sottovalutare il fatto che la capolista abbia già osservato il turno di riposo e debba recuperare la gara contro l'Arezzo. 
Situazioni importanti. 

Una vittoria che segna per altro l'esordio in panchina di mister Luciano Foschi, che lunedì era probabilmente alle prese con una delle giornate sportivamente più difficili della sua carriera: dopo alcuni mesi di stop, in attesa della giusta chiamata che è arrivata dalla Toscana, il tecnico doveva traghettare alla vittoria i suoi, ma chiaramente farlo in una partita di così fondamentale importanza non era semplice. Per altro con un solo allenamento alle spalle. 
E parliamoci chiaro: se il Livorno avesse perso la colpa non era sicuramente del neo tecnico, ma in una piazza importante, dove il cuore può più della ragione, una falsa partenza, unita a un momento no, averebbe inciso negativamente sul percorso futuro, quello che porta alla Serie B.
Il mondo ogni tanto però è giusto, e persone per bene, che sono uomini prima ancora che ottimi allenatori, fanno si che la ruota giri nel giusto verso: e per Foschi è andata proprio così. Esordio vincente. 

Non ci sarà però neppure il tempo di esultare o respirare, oggi la festa è già finita, e la testa volge al prossimo confronto. Che, ironia della sorte, non sarà agevole: il Livorno farà visita alla Viterbese, che dista sette punti dalla vetta, ma sta lottando per il ottenere il secondo o il terzo posto della classifica. Ai posteri l'ardua sentenza di quel che sarà.
Ma, come non c'è il tempo di esultare o respirare, non c'è neppure quello di aver paura. 


Altre notizie
PUBBLICITÀ