E se nel Girone A la salvezza si decidesse davvero in tribunale?
Notevolmente caotica, quando mancano 3 giorni al termine del campionato, la situazione in ottica salvezza nel Girone A.
O meglio, la situazione sarebbe notevolmente limpida. L'Albissola, per effetto del pari di sabato scorso contro la Lucchese e della contemporanea sconfitta del Cuneo sul campo della Carrarese, è salva, i 28 punti acquisiti non possono essere recuperati dal Cuneo, che ne ha 23, in una sola e restante gara. Proprio la truppa piemontese, inoltre, è certa del playout, da capire contro chi: la Lucchese, infatti, di punti ne ha 17, ma ha ancora vive le speranze di disputare gli spareggi salvezza.
La combinazione è semplice: in caso di vittoria del Cuneo all'ultima giornata, la Lucchese, per non passare gli 8 punti di distacco dal club piemontese, necessiterebbe di un pareggio contro il Pontedera, andando poi a giocarsi il playout contro la formazione di Scazzola. Chi vince, però, non sarà ancora salvo, dovrà prima affrontare l'ulteriore scoglio del playout incrociato con il Girone C (in corsa Bisceglie e Paganese). Se però i rossoneri non centrassero neppure un punto, dovrebbero sperare in un pari o nel k.o. dello stesso Cuneo, altrimenti sarebbe retrocessione diretta con i biancorossi diretti comunque allo spareggio con il raggruppamento del Sud.
La situazione, però si è complicata, e non per questioni legate al campo. Già nei giorni scorsi, era trapelata la notizie di un ricorso del Cuneo, che vorrebbe indietro parte dei punti di penalizzazione, che ora ammontano a 23, ma che effettivamente potrebbero essere decurtati. Stando a quanto riferiscono i ben informati, ma senza smentite o conferme da parte del club, sarebbe rientrato in società, con quote di minoranza, l'ex presidente Marco Rosso, che a marzo avrebbe pagato tutti gli stipendi e i contributi arretrati, così che vada a cadere la recidiva.
Se sarà accettata l'istanza, ai piemontesi potrebbero essere ridati fino a un massimo di quattro punti. Con nuovi scenari che si andrebbero ad aprire.
Se fossero resi due punti, la truppa di Scazzola andrebbe a 25, ed eventualmente, vincendo l'ultima di campionato, balzerebbe a pari punti (28) con l'Albissola, che di fatto però non rischierebbe neppure perdendo contro l'Alessandria grazie agli scontri diretti a favore. A essere inguaiata, sarebbe però la Lucchese, che dovrebbe obbligatoriamente vincere contro il Pontedera per non sforare le 8 lunghezze che consentirebbero anche ai rossoneri di disputare, proprio contro il Cuneo, gli spareggi salvezza. I punti sarebbero infatti 20 e 28. Se invece i punti ridati ai biancorossi fossero più di due, l'Albissola, nell'ultimo turno, sarebbe chiamata obbligatoriamente alla vittoria in quel di Alessandria, perché altrimenti, in caso di successo del Cuneo, sarebbero proprio i ceramisti, a oggi salvi, a dover disputare i playout. Probabilmente incrociati al Girone C, perché la Lucchese rischierebbe la retrocessione diretta: con le attuali 17 lunghezze, qualora il Cuneo arrivasse a 26 o 27 punti per effetto della riduzione della penalità e magari vincesse anche al turno conclusivo, neppure una vittoria eviterebbe alla Pantera l'immediato spettro della Serie D. Qualora invece il Cuneo pareggiasse, la formazione di Favarin dovrebbe solo vincere.
Già questo quadro fa sobbalzare, ma il tutto è reso ancor più delirante dal fatto che la sentenza sarà probabilmente emessa il 7 maggio, tre giorni dopo l'ultima gara del Girone A. Il rischio, cioè, è che sia tutto da riscrivere a campionato concluso.
Un'ennesima onta a un torneo già falcidiato dalle note vicende estive che si sono ripercosse in tutto l'arco della stagione, che adesso, visto che alla fine in un modo o nell'altro ci si è arrivati, necessiterebbe solo di tranquillità. E serietà. E logica. E buon senso. Ecco, si, forse più di tutto necessiterebbe di buon senso.