Arezzo, la (bella) sorpresa che non ti aspetti
Una stagione travagliatissima quella che l'Arezzo ha concluso lo scorso giugno, quasi sull'orlo del fallimento e dell'addio forzato al professionismo, poi la rinascita e adesso nuove tensioni societario: 12 mesi, poco più o poco meno, non brillantissimi, di preoccupazioni il club ne ha avute parecchie.
Il club, inteso come vertice, perché la squadra sembra proprio non risentire di tutto quello che c'è intorno. Lo scorso anno si salvò con 15 punti di penalizzazione, quest'anno - e sia chiaro, senza penalità, perché al netto di qualche frizione interna la proprietà è adempiente - è seconda in classifica a -3 della vetta, occupata dalla stratosferica Entella.
49 punti, frutto di 12 vittorie, 13 pareggi e 2 sole sconfitte, e formazioni come Pro Vercelli, Piacenza e Carrarese messe alle spalle. Formazioni iper accreditate per la lotta alla promozione diretta, intanto che, nella calda estate, l'Arezzo veniva accreditato al massimo come una delle possibile outsider. E questo ruolo adesso, la formazione di Dal Canto se lo è ben cucito addosso: senza proclami, ipocrite ambizioni, solo con la voglia di lavorare e fare bene.
Che vincere aiuta a vincere è poi quantomai vero. Perché quelle 49 lunghezze sono frutto anche della vittoria di ieri, maturata tra le mura amiche contro l'Olbia: una partita non bellissima, mal giocata dalla formazione toscana che sembrava la controfigura di sè stessa e che ha sofferto un avversario sugli scudi che avrebbe meritato i tre punti. La svolta è arrivata da un colpo di testa di Burzigotti. E quando si portano a casa partite come questa, il segnale è chiaro. C'è un concatenarsi di eventi e situazioni anche favorevoli, che non sono però solo frutto del caso. Come si dice del resto? Homo faber fortunae suae.