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AlbinoLeffe, Genevier saluta: "Un viaggio bellissimo, ringrazio mia moglie"

di Francesco Moscatelli
514 volte Gaël

Finisce con una sconfitta la stagione dell'AlbinoLeffe. Una sconfitta che non fa troppo male e un bilancio con tante voci da analizzare. L'annata che va agli archivi rappresenta un passo in avanti rispetto alla scorsa, tribolata stagione: una salvezza raggiunta con un turno di anticipo, tanti giovani che si sono confermati (Zoma e Doumbia su tutti) e altri che si sono rivelati sul palcoscenico dei professionisti (Agostinelli in primis). Di contro un finale di stagione senza squilli e la sensazione che la "Celeste" fosse una squadra solida, ben messa in campo e che, con un po' di coraggio, potesse ambire a qualcosa di più. Un reparto d'attacco perennemente decimato non ha senza dubbio aiutato mister Lopez, ma è anche vero che il mercato di gennaio non ha coperto la falla. Lontani, ad ogni modo, i sentimenti pesanti che soffocavano la scorsa, tarda primavera e questo è anch'esso un dato oggettivo. Insomma, è un 6+ che lascia aperto il dibattito, con la massima libertà di concentrarsi ora sulla parte piena ora su ciò che è mancato.

La fotografia più bella dell'ultimo match di stagione (un 2-3 caratterizzato, da parte seriana, da tanti svarioni difensivi ma anche da una grande voglia di ribaltare il tabellino) è l'applauso sincero ad omaggiare Gaël Genevier, regista quasi 42 che appende le scarpette al chiodo dopo una vita sui campi di calcio. Campi noti anche a chi non si nutre di pane e pallone, visto che nel lungo curriculum del francese troviamo apparizioni in A con le maglie di Siena e Perugia, ma soprattutto una familiarità con la cadetteria che pochi possono vantare: Catania, Pisa, Torino, Livorno, Castellammare di Stabia, Vercelli e Novara le maglie indossate mettendo a disposizioni piedi educatissimi e una visione di gioco che non si trova al mercato. Poi il passaggio in C con un ruolo che diventa sempre più quello di un fratello maggiore prima e di un padre poi. Lo è stato a Lumezzane, a Reggio Emilia, a Messina e infine a Bergamo con la maglia dell'AlbinoLeffe. Curioso che i saluti arrivino a margine di uno scontro diretto tra due delle sue ex-squadre. Gaël Genevier saluta il calcio a testa alta e saluta Zanica dopo quattro anni e mezzo di grande professionalità e 118 presenze in maglia celeste. Negli ultimi tempi il fisico non ha nascosto il conto da pagare, ma la classe del mediano nativo di Saint-Martin-d'Hères ha permeato il corso degli eventi in questa fetta di cintura bergamasca. Doveroso dunque, per il classe '82 al passo d'addio dopo 21 anni di carriera, un passaggio in sala stampa. Tra ringraziamenti, ricordi e bilanci solo positivi.

"E' un momento particolare perché smettere di fare quello che ho fatto per 30 anni è piuttosto strano, anche se ho avuto il tempo di prepararmi a questa giornata" spiega Genevier sempre con il sorriso che sa di cose risolte. "Sono soddisfatto di quello che ho fatto: ho militato in 14-15 squadre, quasi fatico a tenere il conto (sono 15 le maglie in Italia, prima del Belpaese il suo nome era nella rosa dell'Olympique Lione nel lontano 2002-03, ndr). Per quanto riguarda la mia lunga esperienza qui nell'AlbinoLeffe ho vissuto tutti i sentimenti possibili, dalla gioia per una cavalcata playoff inaspettata (con Zaffaroni, ndr) al dramma dei playout dello scorso anno, poi fortunatamente risolti a nostro favore. Quest'anno abbiamo raggiunto l'obiettivo, potevamo fare anche qualcosa in più anche se siamo migliorati rispetto allo scorso anno".

Lo sguardo poi si allarga su un'analisi del mondo AlbinoLeffe a più ampio respiro. "La mentalità della società non è cambiata: c'è una forte connotazione per il territorio e il settore giovanile, caratteristiche peculiari di questa realtà. La struttura ovviamente è migliorata tantissimo, siamo l'unica squadra di serie C ad avere lo stadio di proprietà: non è un fatto scontato, chi viene qui deve essere consapevole di questo valore. Quest'anno i ragazzi sono cresciuti, sono d'accordo con mister Lopez quando vede una buona base ("con primo piano", cit.) dalla quale ripartire. Una buona base che ha margine di miglioramento, credo che ora sia possibile alzare l'asticella perché solo alzando l'asticella si alza la qualità generale. Agostinelli mio erede? Mattia (classe 2004, 16 presenze da titolare quest'anno, ndr) è un ragazzo intelligentissimo, gli infortuni altrui (Giorno in primis, ndr) hanno forzato il suo inserimento ma il suo primo anno è stato buono. Ora però deve confermarsi, qui per lui arriva il bello. Ora Genevier si riposa e si deve godere la famiglia, poi valuterò insieme ai miei cari. Cerco di tenere aperte diverse strade, magari anche allenatore nel settore giovanile della Celeste, non escludo nulla ma le decisioni si prendono sempre in due. Valuteremo con la società, se uno fa bene il presente non deve preoccuparsi del futuro. Ringraziamenti? Tantissimi, chiaramente il presidente Andreoletti che mi ha permesso a giocare fino ad oggi e anche mia moglie che mi ha sempre supportato sobbarcandosi tanti sacrifici. E ora è il momento di dirle grazie".