Tra il campo e la panchina e l'amore per Taranto: Fabio Prosperi
C'è un calciatore che può rappresentare il Taranto per amore per la maglia, per la città e soprattutto per presenze: Fabio Prosperi. Difensore centrale, a volte terzino e anche allenatore per un breve periodo, più di duecento partite all'attivo e tante promozioni in B sfiorate. Forse questo l'unico rimpianto della carriera dello stesso Prosperi che ha dato tutto per il Taranto durante tutto il corso della sua carriera.
Gli inizi. Nato e cresciuto a Pescara, la trafila del settore giovanile con gli abruzzesi senza però esordire mai in prima squadra tanto che da giovanissimo comincia il peregrinare prima di arrivare in Puglia dove si stabilirà. "Solo qualche panchina a Pescara - dice Prosperi - poi ho cominciato a girare in prestito per qualche anno, ho cominciato dalla C2 al Frosinone per poi arrivare anche in D all'Angolana dove feci anche cinque gol sfiorando la vittoria del campionato". Il periodo difficile ad Andria con l'infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo.
La continuità arriva a Castel di Sangro come Cava de Tirreni, l'esperienza in Sardegna all'Olbia ma la svolta arriva alla Pro Vasto. "Facevo il terzino ma ogni tanto giocavo da centrale". Proprio a Vasto ecco l'opportunità. "In una partita di Coppa Italia mi vide Evangelisti che era direttore del Taranto, era Pro Vasto-Lanciano e cercava un rincalzo. Mi prese e all'inizio giocai, poi sono arrivati i playoff e alla finale di ritorno mi trovo a giocare da titolare contro il Melfi". Merito di Aldo Papagni, allora tecnico del Taranto. "Lui è il mio vero padre calcistico".
La parentesi in Serie B. Se con il Taranto la cadetteria fu solo sfiorata, per Prosperi l'occasione arriva nell'estate del 2017 dopo la semifinale playoff persa contro l'Avellino di Evacuo e Biancolino in C1. "Al secondo anno di Taranto non partì titolare, alla quinta vengo buttato dentro e non esco più. Cinque gol da centrale difensivo e cominciò la cavalcata con la B sfiorata". In estate qualcosa non va con il Taranto ed arriva il Frosinone, un'offerta in quel momento impossibile da rifiutare. "Ero svincolato, chiesi al Taranto due anni di contratto ma la trattativa non andò a buon fine. Il mio rammarico era quello di non aver mai giocato con il nome sulla maglia, l'opportunità arrivò dal Frosinone riuscendo a giocare in Serie B".
Il ritorno definitivo a Taranto. "Sono arrivato a comparire sulle figurine ma già a gennaio tornai al Taranto". Un ritorno voluto e con qualche rimpianto: la Serie B. Tanti playoff giocati, l'unico rammarico della carriera per Prosperi e quell'anno con Dionigi in panchina dove nella regular season arrivarono soltanto due sconfitte. Quell'anno la semifinale playoff fu fatale, arrivò anche il gol ma non riuscì la rimonta contro l'Atletico Roma che poteva annoverare nomi importanti come Ciofani, Babù, Franceschini e Baronio. Ma il vero rimpianto è Ancona. "Eravamo più forti dell'Ancona, peccato".
Taranto come scelta di vita. "Mi sembrava scorretto e brutto per il Taranto, ci ritrovammo a lottare per la Serie B e lottare per non retrocedere in Eccellenza. Non me ne pento assolutamente ma non me la sentivo di lasciare assolutamente". Appende gli scarpini al chiodo in Serie D ma in C ecco una nuova opportunità, la panchina. Non andò benissimo, subentra a Papagni e rimane in sella per diciassette gare prima dell'addio lasciando il Taranto al sestultimo posto che poi però retrocesse in D. "Una scelta che rifarei però ho commesso un paio di errori, sono entrato troppo a gamba tesa nel metodo di lavoro con quella squadra. Abbiamo avuto anche dei buoni momenti ma sono convinto che potevamo salvarci".
Oggi una nuova avventura in panchina. Dal campo alla panchina tanta gavetta per Fabio Prosperi che è ripartito dalla Serie D, adesso per il secondo anno consecutivo è il tecnico del Vastogirardi. "L'impegno e la passione non manca, è la seconda stagione con una squadra giovanissima dove dobbiamo salvarci in un campionato molto difficile. Magari in un futuro posso riconquistare la Serie C".