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Foggia, il miracolo Gallipoli e la denuncia: David Mounard

di Antonino Sergi

Francese di nascita ma foggiano d'adozione, David Mounard dalle giovanili del Lione alla Puglia a suon di gol e grandi giocate. Cresciuto nel settore giovanile dell'OL, una palestra di calcio quella del club transalpino con compagni di un certo calibro come Sidney Govou poi protagonista del ciclo vincente. "Era tra i primi settori giovanili al mondo dopo Barcellona e Ajax, sono usciti tantissimi calciatori negli anni in cui ero lì. Abitavo con Govou, ha fatto una carriera incredibile". Dalla Francia dove vince una Serie C con lo Chantilly passa in Belgio al Mons come approccio al grande calcio. "E' stato il lancio della mia carriera". In panchina Sergio Brio, un allenatore italiano per un futuro in Italia. "Dopo la terza giornata Castagnini voleva portarli a Vicenza in Serie B italiana".

Dalla Serie B mancata con i biancorossi all'approdo al Foggia, l'inizio di una grande storia. "L'inizio è stato molto particolare, dopo un mese ho subito capito che non avevo sbagliato scelta". Si ritaglia subito un posto da protagonista, undici gol e subito idolo della tifoseria dei satanelli. La scelta è azzeccata, al centro del progetto e con stagioni sempre in crescita anche dal punto di vista dei risultati. Il 2007 però il sogno sfumato, il gol di Mastronunzio a tempo scaduto in casa della Cavese proietta il Foggia alla doppia finale playoff per la Serie B. "All'andata perdevamo 2-1, entro e vinciamo 5-2 poi al ritorno il gol di Mastronunzio ci regala la finale che perdiamo praticamente alla fine". E' il grande rimpianto della carriera di Mounard che non sarebbe mai andato via da Foggia in caso di conquista della serie cadetta. In avanti la coppia con Mario Salgado, un rapporto che prosegue anche fuori dal campo. "Volevamo tornare in Serie D, purtroppo non è stato così. Ho un legame molto forte con la città di Foggia".

L'avventura in Puglia non finisce qui, è l'inizio del miracolo Gallipoli anche se l'impatto non è stato dei migliori all'inizio. "Arrivo lì e pensavo di essere al campo d'allenamento invece Giannini mi dice che quello era lo stadio". Un campionato straordinario, un campionato di Serie C vinto contro delle vere corazzate. "Eravamo uomini veri, c'era gente di qualità e abbiamo stravinto". Dalla C alla B ma le cose non vanno per il meglio, retrocessione e stipendi non pagati con una situazione societaria imbarazzante. "Non ci pagavano, eravamo senza campo di allenamento e non fedelissimi non volevamo lasciare solo Giannini. A gennaio mi voleva Conte in Serie A all'Atalanta, sono rimasto fino alla fine senza prendere un euro".

Antonio Conte nel destino, l'anno dopo l'attuale tecnico del Tottenham chiama il francese per portarlo in super Siena che vince a mani basse il campionato di Serie B. "Non ho giocato tanto ma ho imparato il sacrificio ed a non mollare". Ha giocato poco in una squadra incredibile che non fece fatica nel conquistare la promozione. "Non era una squadra, era una rosa esagerata: Mastronunzio, Larrondo, Immobile, Brienza, Calaiò solo per citare l'attacco". A gennaio la chiamata di Giuseppe Galderisi che dopo l'esperienza a Foggia decide di portarlo con sè a Benevento che lottava per conquistare il salto di categoria. "Abbiamo perso la semifinale playoff ma prima della partita ci arrestano il portiere Paoloni per calcioscommesse, non è facile reagire a questi scossoni. In quei momenti pensi che il calcio fa schifo".

Da Benevento a Salerno nell'anno della rinascita in Serie D. "Guardavo in TV la finale playoff contro l'Hellas insieme a mio suocero, rimasi impressionato dalla passione del pubblico che mi ha dato una spinta per scegliere la Salernitana". Una promozione, qualche buon campionato ma Mounard decide di denunciare un tentativo di combine della sfida contro il Gavorrano e lì cambia tutto. "Mi sono sentito totalmente abbandonato". Non era facile denunciare ma una scelta che rifarebbe ad occhi chiusi. "Lo rifarei ad occhi chiusi, il calcio è un'altra cosa" .L'ultima esperienza tra i professionisti a Catanzaro. "Mi sono trovato bene ma a Salerno avevano deciso che dovevamo andare via mettendovi fuori squadra".

Una carriera segnata da tanti gol e tante giocate che rimarranno per sempre impresse per Mounard. "Ricordo un gol contro il Lanciano, Stroppa corse ad abbracciarmi chiedendomi cosa avevo combinato. Anche il gol al San Paolo contro il Napoli, un'emozione indescrivibile".