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Club dei 100 - Gaetano Vastola, quattro promozioni e la storica tripletta in B

di Antonino Sergi

Dalla Campania all'Umbria fino ad arrivare a Narni, piccolo comune in provincia di Terni, nel quale Gaetano Vastola è di casa. A distanza di venti anni dalla prima volta, la Narnese ha riabbracciato quel ragazzo andato via giovanissimo e tornato quando la carta d'identità recita quaranta primavere. L'amore per il calcio è rimasto immutato nonostante le più di quattrocento presenze tra i professionisti per uno che ha come ruolo quello di tutto fare, dalla difesa al centrocampo. "Ho giocato sempre da terzino, negli ultimi nove anni da centrocampista. Però adesso rimpiango di non aver giocato tutta la carriera mezzala, è il ruolo adatto per me". 

Le prime esperienze con il calcio giocato sono tutte a tinte campane, nel 1994 è un giovane terzino destro della Scafatese che in quel periodo militava in Serie D. Dopo due anni si profila l'opportunità del salto di categoria, lo aspetta la Casertana in Serie C2. Tre mesi di ritiro con Tobia allenatore, nessuna presenza ed il ritorno tra i dilettanti con il Giugliano. "Tobia a fine stagione firmò per la Narnese, mi chiamò ed accettai di spostarmi in Umbria dove attualmente gioco. Mi diverte ancora giocare". 

Con la Narnese arriva la prima esperienza lontano da casa, lontano dalla Campania. Un'avventura senza dubbio positiva all'alba dei vent'anni in attesa del definitivo salto tra i professionisti che arriva a stretto giro di posta. "Ecco che arriva la Maceratese in Serie C. Lì trovai un grande allenatore come Dino Pagliari e tanti calciatori forti per la categoria. Ho vissuto due anni e mezzo importanti, feci molto bene fino a quello scambio del gennaio con la Viterbese". Il salto in Serie C1, cinque partite con Virdis in panchina e la prima rete contro il Giulianova.

Dopo l'esperienza di Viterbo, Vastola decide di non voler ripartire nuovamente dalla C2 e pensa addirittura al ritiro rimanendo anche fermo per tre mesi fino all'avvento di Massimo Silva. L'ex secondo di Giampaolo alza il telefono e lo chiama per sposare il progetto Sant'Anastasia. Torna nuovamente vicino casa, conquista la salvezza e da lì si aprono le porte per le grandi piazze. Silva firma per la Cavese, Vastola segue a ruota e sottoscrive un triennale. A Cava qualcosa non va per il verso giusto, la formazione campana fu spedita in Serie D ed ecco che si aprono le porte dell'Avellino grazie ad una chiamata di Salvatore Di Somma.

"Mi chiamò il direttore, voleva sia me che Morfù. Non esitai un secondo e decisi subito di accettare Avellino ed ebbe inizio la parte migliore della mia carriera". La prima grossa piazza della carriera, al primo colpo vittoria del campionato di C1 ma in Serie B le cose non vanno come sperato con Zeman. "Mi sono ritrovato fuori rosa con nove giocatori, non so ancora il motivo". Intanto l'Avellino retrocede, cambia la proprietà e Vastola decide di firmare un nuovo contratto con gli irpini. Nel giro di due anni ecco la nuova promozione proprio nella finale playoff contro il Napoli. "E' stata un'emozione indescrivibile da napoletano. Avevano preso calciatori di spessore ma noi eravamo una squadra forte da C1 che poteva combattere con tutti, fu una vittoria meritata".

Dopo la doppia vittoria con l'Avellino ecco l'Ascoli, firma in Serie B ma i bianconeri si ritrovano in Serie A per via dei fallimenti di Torino e Perugia. Vastola parte in prestito, torna in C dove lo aspetta un'altra grande piazza: la Salernitana. "Ho fatto molto bene con cinque gol, abbiamo perso la finale playoff contro il Genoa". Le emozioni non finiscono più, nell'estate del 2006 parte in ritiro con l'Ascoli in massima serie e lì rimane nonostante la società spingesse per un trasferimento in prestito alla Juve Stabia. "Dopo quella decisione finì fuori rosa, mi allenavo con gente come Di Biagio, Adani, Delvecchio, Pagliuca. Ho fatto il mio dovere come sempre".

Fino alla svolta, la società esonera Attilio Tesser ed in panchina ecco Nedo Sonetti. Vastola ritrova fiducia grazie alle parole del tecnico. "Il suo arrivo è stata la mia fortuna, con lui ho fatto diciassette partite ma ricordo il primo discorso quando decise di reintegrarmi. Quella cosa mi ha caricato tantissimo". L'esperienza di Ascoli termina con una triste retrocessione ma finisce per essere il momento più emozionante della sua carriera. "Ho vinto quattro campionato ma l'esordio in Serie A al Granillo di Reggio Calabria è stato un sogno. E' il ricordo più bello".

Dopo le due promozioni con l'Avellino arriva anche la terza, dalla Serie A alla C1 per vestire la maglia dell'ambizioso Gallipoli. Al secondo anno fa centro, i pugliesi approdano in serie cadetta ma Vastola riparte nuovamente destinazione Lanciano. In Abruzzo l'esperienza più longeva, sette anni con un'altra impresa ovvero la promozione in Serie B. "Una bella storia". Gli anni migliori con Carmine Gautieri e Roberto D'Aversa in panchina e una vittima preferita, il Cittadella. "Ho fatto spesso gol ma rimane indimenticabile quella tripletta, l'unica della mia carriera. In quella settimana mi ero allenato pochissimo, non sapevo di giocare fino all'ultimo. D'Aversa decise di schierarmi ed in quella giornata ci fu la mia tripletta e quella di Maniero con il Pescara".

Dopo la fine dell'esperienza a Lanciano gli ultimi due anni tra i professionisti prima con la Racing Roma e poi con il Racing Fondi con due retrocessioni prima del ritorno a Narni per vestire la maglia della Narnese continuando a divertirsi anche in Eccellenza.