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Zizzari: "Mi fa piacere vedere il Ravenna primo, non è lassù per caso"

di Matteo Ferri

Francesco Zizzari, ex attaccante che in carriera ha vestito le maglie di Ravenna, Foggia e Siracusa fra le altre, è intervenuto nel corso dell'appuntamento mattutino di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.

Buongiorno mister, che Ravenna stai vedendo? Comunque, al netto delle ultime due giornate una di riposo e una con una sconfitta sicuramente un percorso più che positivo
"Ho avuto il piacere di vivere una stagione meravigliosa a Ravenna coronata con i play-off, con personalmente la vittoria dalla classifica al capocannoniere di quell'annata e ho un bellissimo ricordo di Ravenna e oggi vederlo in quella posizione fa stare bene anche a me che ho vissuto quell'ambiente e la città che è una città meravigliosa. Sono molto contento che ci siano amici in questo momento a Ravenna ho avuto il piacere di giocare con Nicolas Viola alla Reggina e  con Giulio Donati che sono due giocatori di categoria superiore senza poi parlare di altri grandi calciatori, sicuramente Okaka e tutto lo staff perché io ho avuto il piacere l'anno scorso di seguire Ravenna qui a Pistoia dove vivo nella partita che ha disputato qui a Pistoia e credo che la società abbia fatto un percorso ad oggi meraviglioso. Non a caso ci sono figure come Braida lo stesso Davide Mandorlini, che conosco perché abbiamo giocato insieme e sono persone competenti. Su Braida non c'è nulla da presentare e da dire e tutte queste componenti di serietà e professionalità si sono unite e ce ne fossero di proprietà come la famiglia Cipriani non in Serie C ma in tutto il calcio italiano perché ti dimostra che se vuoi fare calcio in maniera seria professionale si può fare. Non è un caso per me che Ravenna sia lì e sicuramente fino all'ultimo sarà una bella lotta con l'Arezzo ma anche l'Ascoli stesso è un'ottima società è un'ottima squadra. Sarà un bel campionato, anche negli altri gironi, a parte il girone A dove il Vicenza sta distaccando tutti però nel B e nel C secondo me ci aspetta un bel girone di ritorno".

Scenderemo poi anche al girone C hai un trascorso anche a Foggia ma io ti tengo sempre su questo girone B perché accennavi al discorso delle proprietà e sicuramente il Ravenna credo sia esemplare come società per la serietà e la solidità. Il girone B di fatto è stato trasformato dalla questione Rimini non perché Ravenna non meritasse il primo posto però anche in zona play-out la situazione per alcune squadre si è complicata e non poco. Forse si dovrebbero rivedere le situazioni antecedenti all'iscrizione ai vari campionati perché comunque il Rimini è stato escluso quest'anno e non è però l'unica società che ha delle palesi difficoltà a portare avanti la stagione quando si arriva alle scadenze in Serie C c'è sempre da tenere il fiato sospeso
"Hai detto una cosa che personalmente mi sono trovato a vivere anch'io a Siracusa, alla Lucchese. Sono situazioni tristi ora sto vedendo anche lo stesso Siracusa e credo ci sia nuovamente una situazione un po' di instabilità societaria da questo punto di vista e mi dispiace molto perché da fuori non ci si rende conto cosa voglia dire fare i professionisti e soprattutto si ha sempre l'idea che il calciatore ha zero problemi economicamente ma vi posso garantire che non è così, perché quello è un calcio diverso".

Non solo il calciatore zero problemi ma di fatto sembra che un calciatore non possa neppure lamentarsi perché guadagna tanto come se in serie C gli stipendi fossero di chissà quale portata perché sfugge molto anche questo aspetto
"Sono d'accordo con te è così, è vero è cambiata un po' la politica perché non ci nascondiamo,  viviamo in un paese che ha delle difficoltà quindi si ripercuote poi su tutto e magari si dà sempre per scontato che un giocatore non ha problemi ma vi posso garantire che dietro a un fallimento - e io ci sono passato - ci sono famiglie che vivono di questo, magazzinieri giocatori stessi. Io mi ricordo ancora a Siracusa mi portai dietro la famiglia e il padrone di casa l'affitto lo voleva lo stesso, non gli interessava della situazione che in quel momento  si stava vivendo. A dimostrazione che un professionista quando scende in campo, specialmente in queste categorie, senza pensare all'aspetto economico ma pensa a essere un professionista e quindi a dare il massimo, noi quell'anno lì sulla carta vincemmo il campionato e per colpa dei punti di penalizzazione perché la società non pagava i stipendi fummo costretti a fare playoff che poi si perdemmo con il Lanciano. Dispiace perché poi un professionista viene giudicato per i risultati che fa dentro il campo ma tutto ciò che c'è dietro si dà per scontato e quando capitano queste situazioni, come Rimini, io mi domando chi governa e dovrebbe gestire e sapere come fa a concedere alle proprietà che sono fin dall'inizio incerte e non chiare certe agevolazioni per potersi iscrivere. Io vivo a Pistoia e oggi la Pistoiese è una società seria. Premiamo queste società dove ci sono storia e dove ci sono serietà e programmi serie, conosciamo le persone e non ci affidiamo a una caparra, un assegno o una garanzia. Bisogna andare a fondo nelle questioni e oggi manca questo. Io  lo vivo un po' con il mio progetto Academy, oggi nel calcio c'è bisogno di questo, di azzerare quelli che sono stati vecchi concetti di una volta adeguarsi a quello che oggi è il presente e quello che sarà il futuro e capire che tutto il movimento calcio ha bisogno di innovazione di ripartire. Ripartire in modo serio, non come ogni anno si dice dopo il fallimento magari della nazionale che magari non raggiunge qualificazioni e sembra che finisca il mondo e si debba ripartire. Interveniamo ora, parliamone ora, cerchiamo di risolvere ora i problemi non quando poi capita il problema principale".

Mi ricollego al tuo progetto, io credo che anche i settori giovanili siano un po' un tema cruciale perché troppo spesso si tendono a sottovalutare ma dai settori giovanili poi devono nascere coloro che sono il futuro del calcio italiano e io credo che non sia semplice neppure per voi allenatori confrontarvi allo stato attuale con il mondo giovanile un po' anche per le criticità che le generazioni tutte alla fine hanno, però in questo momento storico per i ragazzi ci sono effettivamente molte più criticità di quelle che possiamo aver vissuto noi ma anche perché comunque c'è poco aiuto e pochi finanziamenti da parte dei club
"Hai detto una cosa sacra. Io sette anni fa, quando ero a fine carriera ho iniziato un po' a guardare dentro il ragazzo, il bambino che era in me e che da piccolino prendeva il pallone e andava sotto casa con gli amici a giocare nel cortile con un pallone sotto braccio e l'entusiasmo e la passione. Mi sono chiesto com'è possibile che questi valori si stiano mettendo da parte. Sicuramente il Covid ha inciso ma mi sono detto che bisogna provare a fare qualcosa. Non che voglia cambiare il mondo ma assolutamente nel mio piccolo ho creato un progetto che si chiama FZ11 Academy che potete seguire sui social, fatto solo da professionisti da persone che hanno veramente giocato a calcio per anni, fatto da persone che a livello umano e professionale possono educare e noi privatamente facciamo delle sessioni dove attraverso un gestionario diamo la possibilità ai genitori di rivedere tutti gli allenamenti. Io l'allenamento non te lo racconto, ho la possibilità che non devi stare lì non devi permetterti, tra virgolette, di entrare nella nostra professionalità o in un campo di calcio ma il tuo compito è accompagnare il ragazzo dentro lo spogliatoio e lasciarlo lì e poi affidarsi a professionisti. Noi, attraverso questo gestionale, ti facciamo vedere tutto il percorso che ha fatto tuo figlio sotto tutti i punti di vista, ti posso garantire che noi lavoriamo con tantissimi ragazzi, di società professionistiche e dilettantistiche ma anche ragazzi e ragazze che si affacciano la prima volta, ognuno ha un percorso, ognuno deve guardare se stesso. Oggi si ha l'idea di dover creare dei copioni, dei copia e incolla di giocatori famosi come Neymar, Messi, Ronaldo. Assolutamente no, ognuno deve avere la propria identità e deve crearsi costruirsi quello che potrebbe essere un futuro. Si ha sempre l'idea un bambino piccolo del 2018 si deve divertire, verissimo, siamo i primi a farli divertire ma io dico sempre che, nel divertimento, proviamo già da piccoli a fargli capire che ci sono delle regole banali e semplici all'interno di uno spogliatoio. La borsa è un gesto semplice, invece di farla preparare alla mamma o al babbo, pensaci te che giochi a calcio, entri nello spogliatoio, mi raccomando, c'è un magazziniere, le scarpe vanno messe in una determinata maniera non vanno lasciate a giro, perché poi quando finisce l'allenamento abbiamo contribuito tutti a stare nel mondo del calcio. Noi realizziamo progetti in estate, vi invito a seguirci sul sito ufficiale fz11.it dove facciamo o accogliamo più di 350 ragazzi da tutta Italia, ed è un progetto oggi a livello nazionale uno dei più importanti proprio perché non parla esclusivamente di calcio ma parla di educazione, di formazione di rispetto, facciamo fare l'esperienza ai ragazzi con una nutrizionista, educhiamo i ragazzi a risparmio allo spreco alimentare coinvolgendo un'associazione di Pistoia".

Anche perché comunque anche lo sport a livello di settori giovanili e quant'altro, debba anche di fatto educare e aiutare i giovani, insomma soprattutto poi il calcio che alla fine è uno degli sport più seguiti in Italia deve passare anche un certo tipo di messaggi 
"Sono pienamente d'accordo ma anche delle banali regole come il telefonino lasciarlo al genitore oppure riprenderlo alle 18 quando il genitore ti viene a riprendere. Oggi noi attraverso anche delle metodologie nostre della FZ11 Academy facciamo capire ai ragazzi il giovedì che è il giorno prima della fine del camp, passiamo ai tavoli da 4 o da 6 e chiediamo a un ragazzo il nome con cui è seduto degli altri ragazzi e vi possiamo garantire che questa è una piccola metodologia, è gioco in maniera divertente e tante volte lo stesso gioco che viene fatto il martedì dopo due giorni non sanno nemmeno il nome con chi sono a sedere e lì vedi distaccarsi dal telefonino e fargli capire che giocare a calcio richiede sacrificio impegno, applicazione, dedizione e sognare. Sognare vuol dire poi sarà il tempo a dire dove uno potrà arrivare, oggi nel nostro progetto abbiamo il piacere di avere ragazzi arrivati nei professionisti tra serie B serie C ma abbiamo accompagnato loro semplicemente sotto tutti i punti di vista perché quello che sta mancando è la voglia di sacrificarsi. Oggi diventa facile smettere, cosa che ai nostri tempi pur di arrivare o provarci eri disposto a tornare a casa col pallone sotto braccio alle nove di sera dopo che la mamma magari ti chiama ripetutamente e vuoi stare lì fino all'ultimo finché non diventa buio, questo si è perso un po' di vista e poi le generazioni negli anni successivi hanno raccolto questa mentalità". 

Forse si è un po' perso anche lo spirito di sacrificio e magari per i bambini piccoli è un po' colpa di quelli di nostra età, forse abbiamo viziato un po' i ragazzini e ne paghiamo le conseguenze però tornare un po' allo spirito di sacrificio, non fa mai male e io credo che banalmente il gesto di fare la borsa o di tenere lo spogliatoio in ordine siano cose poi estremamente fondamentali più magari di saper calciare un rigore o fare un cross perché l'educazione e il tutto partono da altro
"D'accordissimo, ma infatti i nostri progetti estivi sono dei riferimenti a livello nazionale. Noi facciamo 4 settimane a Pistoia giugno e 2 a Porretta Terme in montagna vivendo proprio il professionismo ma anche semplicemente da stare in albergo, delle regole da rispettare. La sveglia entro le 7 e mezza, poi si scende a fare colazione e poi cosa fondamentale la cura dell'igiene dopo la colazione, cioè far capire ragazzi che il calcio non è quello che piace a tutti da guardare in tv e sognare, ma per arrivare lì dove sono arrivati i grandi campioni bisogna lavorare molto e questo secondo me oggi sta mancando un po' soprattutto nelle squadre. Si ha la fretta di avere pronti subito i ragazzi, non si ha il tempo di aspettarli il nostro progetto ha invece il dovere di aiutare, infatti noi lavoriamo a piccoli gruppi in modalità academy che sono minimo 2 massimo 6 per facilità e in modalità personal che sono sessioni one to one quindi lavorando nella specificità e a piccoli gruppi tu riesci veramente a non far finta che quel ragazzo non sappia controllare la palla ad aiutarlo. Lavoriamo su questi aspetti e oggi secondo me si sono introdotte tante figure importanti nel calcio come match analyst, mental coach e mi fa piacere che tantissimi ex campioni grandi giocatori si stiano un po' aprendo a quello che io faccio da 7 anni, che è allenare individualmente, lavorare su aspetti specifici perché è importante che anche un grande campione ti dia quelle regole che magari ha vissuto anche lui. Purtroppo nei settori giornali a volte si chiede all'allenatore di portare a casa un risultato, se sei un grande club e non sei tra le prime posizioni è impossibile che non ci sia perché porti il nome di un grande club quindi se si riesce a cambiare un po' questa mentalità, cosa non semplice secondo me, nel tempo ritorneremo anche a livello mondiale a dire la nostra e veramente a raggiungere traguardi come importanti come la nazionale ha fatto negli anni passati". 


A TUTTA C con Claudia Marrone. Ospite: Francesco Zizzari, allenatore
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