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Volpe: “Carrarese? Sembra avere un marcia in più. Benevento? Costruito per vincere”

di Redazione TC

Gennaro Volpe, ex allenatore Entella, è intervenuto nel corso di “A Tutta C” a TMW Radio: 

Sulle semifinali?
"Ieri ero presente in tribuna a vedere la Carrarese e devo ammettere che sono in una condizione psicofisica incredibile. Sente di poter arrivare fino alle fine e si vede”.

Tanto entusiasmo a Carrara
“Credo che in questo momento a Carrara si respira entusiasmo e voglia di fare qualcosa in più. L’atmosfera di ieri allo stadio era incredibile. Lo stadio ha spinto molto e questo può aver fatto al differenza”.

Benevento?
“Il Benevento è stato costruito per vincere. Ieri in panchina c’erano giocatori molto importanti e per fare un’altra squadra. Sono partiti con l’auspicio di vincere direttamente il campionato ma vincere non è mai semplice. La qualificazione è apertissima anche perché adesso bisognerà andare a giocare a Benevento. Hanno qualità importanti per ribaltare il risultato. La Carrarese, però, sembra avere una marcia in più. Io, che ho vissuto gli ultimi due anni i playoff da protagonista, vi posso dire che può succedere di tutto”.

Ci sono pressioni diverse?
“Sicuramente Vicenza, Avellino e Benevento hanno un seguito e una pressione diversa. A Carrara si può vivere in maniera più spensierata ma adesso la pressione c’è anche lì. Chiaramente questa non è la stessa delle altre”.

Meglio chi entra dopo o chi gioca da subito i playoff?
“Io penso che alla lunga chi è entrato all'inizio pagherà qualcosa. Sul lungo andare qualcosina si paga, soprattutto fisicamente. Sono partite talmente importanti in cui le energie si trovano ovunque. Ieri la Carrarese sembrava volasse. L’aspetto mentale è determinante. Tra Vicenza e Avellino i campani hanno avuto molte occasioni per andare avanti. A Vicenza non sarà semplice perché c’è una città che spinge tantissimo”.

Un commento sul campionato di Lega Pro?
“Il campionato di Lega Pro è sempre bello ed entusiasmante. Si mettono in mostra squadre e calciatori. Alcune squadre hanno dimostrato che si può vincere anche con il bel gioco, Mantova, un budget non troppo grande, la Juve Stabia e con progettualità, il Cesena”.

La maledizione delle seconde ai playoff?
“Stare troppo fermi toglie adrenalina e il ritmo partita. La stessa cosa è successa lo scorso anno. Non è sempre un vantaggio arrivare secondi”. 

Sul lavoro dei giovani che si sta facendo in Lega Pro?
“Credo che la cultura italiana debba entrare nell’ottica di dare più fiducia e di investire di più sui giovani. Il Cesena è stato un caso emblematico che ha dimostrato che si può vincere con un mix tra giovani ed esperti. Per quanto riguarda i giovani io penso che se sono bravi devono giocare. Gli allenatori non guardano la carta d’identità. Io penso che le società hanno un grande peso in questo tipo di scelta. I giovani vanno aspettati. Tutto parte dalla società. Viviamo in un sistema in cui è tutto esasperato in cui si vuole tutto subito”.

Sul suo futuro?
“È una bella domanda questa. Io penso di aver fatto un buon percorso, partito dal settore giovanile. Ho vissuto una situazione paradossale perché essere cambiato dopo tre partite è più unico che raro. Sono tutte situazioni che danno esperienza. Io ho grande entusiasmo di ripartire. Credo che quello che ho fatto negli ultimi anni vale e aspetto nuove sfide. Ho avuto qualche chiacchierata con qualcuno e spero che si possa concretizzare una di queste”.


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