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Tinti: "Giovani italiani costretti ad andare in C, così perdono autostima"

di Matteo Ferri

Tullio Tinti, procuratore di calciatori ed ex giocatore, tra le altre, di Foggia e Rimini negli anni '80, ha parlato a "La Voce dell'Agente", in onda su TMW Radio. Tra i temi trattati, quello che riguarda la scelta delle squadre italiane di puntare sui giovani stranieri: "Magari un norvegese e svedese costa di meno, ma quello che incide nel nostro calcio e che combattiamo è il discorso che sono arrivati troppi stranieri qui di livello e hanno tolto il posto ai nostri giovani. Nel 2020 è stata introdotta la legge per riportare i nostri ragazzi di valore in Italia, ma questa cosa è stata estesa poi a tutti i lavoratori. Anche nel calcio uno straniero costa il 50% di meno come tassazione rispetto a un italiano. In un momento di difficoltà allora un presidente cosa fa? Così molti nostri bravi ragazzi oggi devono andare in C o D e il percorso diventa più complicato. In C magari non ha più la consapevolezza della sua forza e viene meno l'autostima. Questa norma ha fatto danni, quest'anno è stato messo un paletto sui giovani e anche sul tetto". 


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