Sedivec: "Catania non mollare la presa, il girone C è molto più competitivo"
L'ex calciatore del Catania Jaroslav Sedivec ha rilasciato una lunga intervista a TuttoCalcioCatania.com: "Seguo le vicende del Catania. Le cose stanne stanno andando per il verso giusto ma non bisogna mollare la presa. In Serie C devi sempre lottare e resistere, soprattutto nel girone C che è molto più competitivo rispetto agli altri raggruppamenti. Forse il girone B è un pò più difficile del gruppo A, ma al sud c’è un spirito diverso, trovi gli stadi spesso pieni e un’atmosfera differente. La pressione ambientale è notevole. Chi vince nel girone C ha davvero tantissimi meriti. In questo campionato, poi, ci sono tante squadre attrezzate come Cosenza, Salernitana, Benevento, Crotone e lo stesso Catania. La classifica cambia praticamente ogni settimana. E’ obbligatorio tenere sempre alta la concentrazione durante il campionato perché basta non vincere due partite di fila, perdere qualche punto e chi insegue ti raggiunge. Si gioca molto sul filo dell’equilibrio”.
Cosa ti ha impressionato finora di questo Catania ed in cosa ci sarebbe da migliorare?
“Il Catania sta sfruttando – e deve continuare a farlo – la spinta del pubblico di casa. E’ fondamentale vincere tra le mura amiche e non perdere gli scontri diretti. Non è facile. Vedo una squadra che prende pochissime reti, molto solida. Chi vince il campionato o arriva tra le prime della classe statisticamente ha sempre una delle difese meno battute. Questa è una buona base per il Catania, anche perché quando non prendi gol di sicuro non perdi le partite. Inoltre il Catania concede poche occasioni agli avversari. Dovrebbe provare a chiudere le gare perché poi sappiamo che tante volte nel calcio può accadere che vieni beffato e prendi gol magari sull’unico tiro in porta dell’avversario. Sarebbe importante avere uno scatto nella mentalità. Dettando maggiormente i ritmi della partita, producendo gioco con più continuità. Mister Toscano ha ragione quando dice che questo è il momento di spingere sull’acceleratore perché adesso la vetta l’hai conquistata e devi difenderla fino alla fine. Ci saranno partite difficili ma devi sfruttare il momento. So bene cosa vuol dire giocare a Catania quando c’è l’entusiasmo della gente. I catanesi ti trascinano, percepisci il loro calore. Il Catania deve alimentare questo entusiasmo e non perderlo, soprattutto tra dicembre e gennaio che sono solitamente due mesi delicati tra la sosta ed il mercato”.
La sessione invernale del calciomercato può rappresentare un punto di svolta?
“Può modificare gli equilibri soprattutto nella lotta promozione. Innalzando la qualità della rosa senza trascurare la possibilità di acquistare giocatori anche in prospettiva futura. E devi prestare attenzione a non alterare gli equilibri di spogliatoio che hai consolidato. Potresti reperire sul mercato un grande giocatore ma poi all’interno dello spogliatoio può scombussolare qualcosa sul piano mentale. Mi aspetto qualche innesto di rilievo per il Catania che, tra l’altro, oggi fa i conti con diversi infortuni. Su tutti Cicerelli, buonissimo giocatore. Il mercato, allora, può essere anche utile per colmare le assenze. Nel girone di ritorno sarà ancora più importante avere una rosa lunga. Oggi, tra l’altro, Catania è una piazza ambita e tanti giocatori anche dalla B verrebbero volentieri a vestire la maglia rossazzurra”.
Come valuti il lavoro di Domenico Toscano?
“Non lo conosco personalmente ma ho visto le partite, lavora in una piazza non facile e sta facendo un lavoro eccezionale. Ha portato entusiasmo alla squadra che sta occupando la vetta con merito. L’impronta del mister si vede ed è evidente. E’ un allenatore molto preparato ed esperto che sta gestendo bene il gruppo”.
Catania è la tappa italiana alla quale sei più affezionato?
“Catania, Crotone e Perugia sono le città a cui sono rimasto più affezionato. Il Catania stasera affronterà proprio il Crotone, gioca in casa ed è chiamato a sfruttare il fattore ‘Massimino’. Queste sono le classiche partite che non devi sbagliare. Il Crotone affronta i rossazzurri come sesta forza del campionato, questo mi dispiace perché parliamo di un’altra piazza importante che qualche anno fa militava in Serie A, poi è sprofondata in B e C. A proposito di Catania, ricordo che la prima volta che approdai alle pendici dell’Etna sembrava come se venissi da un altro mondo. Ero abituato alle regole e al freddo della Repubblica Ceca, tutto diverso. Catania mi sembrava il paradiso. Sono passato dai -20 gradi della Repubblica Ceca alla granita mangiata ad Aci Trezza in maniche corte, a dicembre. Uno spettacolo. Ho vissuto due anni stupendi. Mi sarebbe piaciuto rimanere, magari fare qualche annetto in più ma purtroppo non potevo. Ero un giocatore di proprietà del Perugia e poi s’insedio Pulvirenti alla presidenza del Catania, non fui più richiesto dal club rossazzurro”.
Potresti tornare da tifoso?
“Assolutamente sì, da tifoso e turista. Tra l’altro nei mesi scorsi sono già tornato a Catania, avendo accettato l’invito di Luca Napoli a partecipare all’evento ‘Un Goal per la Solidarietà’. E’ stato emozionante per me fare ritorno allo stadio dopo 20 anni sentendo ancora l’affetto della gente e ritrovando alcuni vecchi amici. Ambiente bellissimo, sono rimasto compito. E’ stato come se non fossi mai andato via. Spero di tornare anche con la mia famiglia perchè Catania la porto sempre nel cuore. Rimane una delle esperienze più belle vissute nel calcio”.
Adesso di cosa ti occupi?
“Lavoro e vivo vicino Pordenone. Ho cominciato ad allenare nel settore giovanile della Sanvitese, Esordienti Under 13. Mi diverto, i ragazzi sono molto bravi. Ho preso questo impegno con tanto entusiasmo. Svolgiamo parecchi allenamenti e mi piace vederli crescere, migliorare, cambiare umanamente. Esperienza molto soddisfacente. In futuro, chissà, potrei anche provare ad allenare ragazzi più grandi ed in categorie superiori, non so se in ambito professionistico perchè in giro ci sono tanti bravi allenatori ma mai dire mai. Intanto mi diverto con i ragazzi, stando sul campo per insegnare calcio. Oggi non è scontato questo. Io sono un amico, insegnante, istruttore, psicologo, padre, fratello… la mia misssione è insegnare calcio rispettando le regole e facendo divertire i ragazzi. Perché il calcio è un gioco, questo non va dimenticato. Giusto mostrare l’aspetto tattico, ma io cerco di insegnare il gioco del calcio”.