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Pres Perugia: "Se resto? Non so rispondere. Cuore dice sì, ma nei pro contano tasche"

di Valeria Debbia
Massimiliano Santopadre

Massimiliano Santopadre è tornato dalle colonne de La Nazione a parlare della stagione del Perugia culminata con la retrocessione ma non ha dato certezze sul futuro: ""Se resto? Non so rispondere. Il mio cuore dice di sì, ma nel professionismo contano anche le tasche. Con l’avvento dei fondi, degli stranieri, il calcio si è innalzato a dei livelli che è molto complicato portare avanti. Oggi è diventato il calcio degli arabi. A certi livelli se lo possono permettere solo loro. Anche in B ci sono state delle conseguenze, così fino alla C. Oggi per vincere una C si spendono 15 milioni di euro. Per me è una follia. Ci riempiamo la bocca con i campionati dei giovani, degli italiani, invece sono i campionati dei soldi. Il denaro nel calcio è l’80% delle decisioni, delle scelte. Il giocatore italiano è seguito da un procuratore italiano. Oggi si fa fatica a ingaggiare un calciatore italiano perché costa 6-7-8 volte di più di un giocatore straniero. Oggi quello straniero ha più fame, ha voglia di imparare, correre, sudare. Ecco perché l’italiano non gioca, bisogna avere il coraggio di dirlo".


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