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Morrone: "Alcune figure importanti per la Serie C, per professionismo e lavoro"

di Giuseppe Lenoci

Ospite della trasmissione "A Tutta C", in onda su TMW Radio e Il 61Alfonso Morrone, Presidente di ADICOSP, Associazione italiana direttori sportivi, segretari e collaboratori della gestione sportiva nelle società di calcio professionistico e dilettantistico, ha risposto ad alcune domande sull'associazione e sulla Serie C.

Cosa bolle in pentola per l'ADICOSP?
"Quest'anno abbiamo deciso di andare a visitare, tramite i referenti regionali, tutti gli associati, ma anche collaboratori simpatizzanti, insomma, chi ha l'intenzione di intraprendere questa avventura professionale da direttore sportivo, segretario o collaboratore della gestione sportiva. Devo anche ringraziare pubblicamente la Reggiana, nella persona del direttore generale Nicola Simonelli e del direttore sportivo Domenico Fracchiolla, che sono ottimi professionisti, ma sono anche nostri iscritti.
Abbiamo fatto una riunione nella sede del nuovo e bellissimo centro sportivo della Reggiana, poi siamo stati ospiti al MAPEI Stadium a vedere la partita Reggiana-Modena. Quindi ora riprenderemo a Roma il 17 novembre e a Napoli il 19 novembre. Poi ci sono in programma Milano, Bari e altre regioni perché, in questo momento, ci sono problemi sicuramente importanti, due in particolare.
Una è la firma dell'accordo collettivo in ambito dilettantistico, perché non è più possibile vedere, in fase di iscrizione, le liberatorie di calciatori e allenatori e non quelle dei direttori sportivi. Esiste una legge che spiega come noi siamo lavoratori sportivi a tutti gli effetti. Devo dire anche che c'è massima apertura da parte della LND, quindi ringrazio anche per la disponibilità il Presidente Giancarlo Abete e il Presidente del Dipartimento interregionale Luigi Barbiero, perché noi abbiamo presentato la nostra proposta. Quindi questo significa che da qui a breve finalmente avremo anche un contratto federale per quanto riguarda i direttori e i collaboratori che sono impegnati nei dilettanti.
Mentre nei professionisti sento l'esigenza, ma è la stessa del Presidente Marani che ho sentito in questi giorni, di elevare un po' i profili professionali all'interno della serie C. In Lega Pro abbiamo ottimi segretari sportivi che hanno investito su loro stessi, hanno esperienze importanti: a professionalità alte dovrebbe corrispondere un compenso adeguato. Le società, però, vedono forse nella spesa del segretario sportivo un costo e non una risorsa, appoggiandosi a ragazzi privi di esperienza ma che svolgono il lavoro per due soldi. Quindi sarebbe opportuno che nel manuale delle licenze nazionali ci fosse l'obbligo anche per i segretari di attingere all'elenco speciale, così come avviene già nei direttori sportivi. Questi sono i due punti su cui stiamo lavorando adesso".

Nel professionismo di passi in avanti sotto questo aspetto se ne sono fatti, tra l'altro anche grazie al vostro lavoro come associazione.
"Lo metto con molto orgoglio perché noi abbiamo denunciato. Diciamo che in serie C ci sono ancora degli sporadici esempi ma l'abusivismo è molto diminuito. Ora, ripeto, dobbiamo tutelare anche la figura del segretario sportivo, una figura centrale all'interno di un club. Laddove ci sono proprietà forti e presidenti che vogliono far bene, generalmente si trova anche un segretario sportivo importante e pagato adeguatamente. Ma non sempre, appunto, è così. Quando arrivi in C dalla D bisogna dimostrare di essere professionisti, non soltanto perché participi a un campionato professionistico, ma perché sei strutturato come società professionistica. È un'azienda a tutti gli effetti e le professionalità devono essere tutelate".

Perché secondo te troppo spesso, e questo è un dato di fatto come giustamente sottolineavi, si tende a non strutturare in modo completo l'organigramma societario? Perché non si arriva a capire che anche da queste cose passa la buona riuscita di un'annata?
"Perché ripeto, molte figure, ma anche all'inizio, adesso è stato un po' consolidato il fatto che c'è bisogno del direttore sportivo, io lo dico spesso che molte volte bisogna fare i corsi, non ai direttori, ma ai presidenti stessi, ma è una critica costruttiva, non voglio anche perché senza presidenti non ci sarebbero i nuovi campionati e le società sportive. Però molte volte, ripeto, queste figure vengono considerate come costi e non come risorse, anche per la gestione dei settori giovanili, noi facciamo convegni, facciamo dibattiti sulla tutela del talento italiano, poi vediamo che molte società di terza serie, purtroppo questo è un dato di fatto, danno in gestione il settore giovanile, in mani anche a persone che non c'entrano niente con la società stessa, perché per loro spendere un euro di settore giovanile è come buttare i soldi. E purtroppo non è così. E io ho anche l'opportunità, come presidente internazionale dei direttori sportivi, di girare molto all'estero, e questa filosofia, normalmente all'estero, c'è un altro tipo di filosofia, e non a caso poi vediamo i risultati con le nostre nazionali, perché poi noi ce la prendiamo con Mancini, con Spalletti, con il presidente Gravina, va bene, uno deve prendere la propria responsabilità, ma poi se non c'è una cultura sportiva e imprenditoriale, anche perché tu investi nel settore giovanile, ma poi ti troverai sicuramente dei giovani di valore, noi l'anno scorso abbiamo premiato il Cesena, ora non ricordo il nome del responsabile del settore giovanile, Colacone, che ora sta a Venezia, perché Colacone aveva allevato diversi giovani interessanti, e Cesena vinse nel campionato di Serie C con 4-5 titolari provenienti dal proprio settore giovanile".

Alfonso, è quello anche di programmare poco, magari spesso anche a livello di progetto tecnico, alle volte si è un po' di facile esonero in Italia, quest'anno forse leggermente meno rispetto alle stagioni passate. Perché qui in Italia non si sa avere pazienza?
"In molti contesti dove vengo chiamato anche come relatore a intervenire, io faccio sempre un esempio, guarda l'Arsenal che non vince da tanto tempo, all'anno scorso ad Arteta gli hanno allungato non so di quanti anni, ma di molti anni il contratto pur non vincendo nulla. Questo vi fa capire l'idea di filosofia che dicevo anche prima all'estero rispetto all'Italia. Noi siamo la culla degli allenatori ma anche del management sportivo, perché non a caso molti nostri dirigenti hanno fatto le fortune, noi siamo comunque sia bravissimi a formare i dirigenti e allenatori molto bravi. In Italia purtroppo, ripeto, noi si riempiamo la bocca su mille cose, a noi manca la cultura sportiva e la cultura della sconfitta, perché non ci dobbiamo dimenticare che la domenica ci sono due squadre che si contendono con la vittoria, quindi c'è per forza un pareggio o un vinto e un vincitore. Questo significa che i progetti che vengono tanto acclamati a luglio e agosto, dopo una settimana, dieci giorni, basta un palo all'ultimo minuto, un rigore sbagliato, i progetti si vanno a fare benedire. Su questo, però, è stata brava ad esempio la Salernitana, che quest'anno anche in un momento in cui la piazza si era un attimino nuovamente infiammata, ha tenuto botta Faggiano ad aver portato la calma tutto. Mi ricordo che Gasperini stava già sulla graticola, doveva essere esonerato all'Atalanta, poi hanno avuto la passione di aspettarlo e poi sappiamo cosa ha fatto. Io sono un direttore sportivo, ho fatto il direttore e lo faccio da trent'anni, e poi ci sono anche delle dinamiche interne al gruppo squadra che bisogna analizzare. Io faccio un discorso in senso generale, quello a dove anche io ne ho passato, dove ho dovuto esonerare qualche allenatore, perché magari in quel contesto andava cambiato. Purtroppo è proprio un'italica abitudine che ricorriamo al cambio allenatore, perché è la panacea di tutti i mali. Purtroppo poi molte volte non è così, perché basti vedere le statistiche, diciamo che la gran parte delle volte cambia allenatore e non cambia nulla. Quindi voglio dire, io parlo in senso generale. Bisogna stare dentro ai club, dentro allo spogliatoio e vedere cosa va e cosa non va, e molte volte cambiare allenatore è la cosa più facile per dare una sterzata alla stagione".


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