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Monachello: "Se il Mantova chiama, lo ascolto volentieri. Ci sto bene"

di Valeria Debbia
Gaetano Monachello

Gaetano Monachello, attaccante del Mantova, ha ripercorso dalle colonne de La Voce di Mantova il calvario vissuto nell'ultimo anno a causa dell'infortunio al ginocchio patito subito alla seconda giornata: "E’ l’infortunio peggiore che possa capitare a uno sportivo. Il percorso è stato lunghissimo. Fino ad aprile ho fatto avanti e indietro Mantova-Negrar, 104 chilometri al giorno. Come ho vissuto quel periodo? Malissimo perché la squadra stava attraversando un momento difficile, ma non potevo dare il mio contributo. Una sofferenza assurda". Una sofferenza che si è riflessa sulla stessa squadra virgiliana che puntata tutto su di lui: "E’ così. Brutto per entrambi. Volevo dare continuità al bel momento che avevo vissuto nell’ultima parte della scorsa stagione. Mi è dispiaciuto tantissimo, so quanto ci tenevano a me i tifosi, direttore, presidente, tutti".

Passata la batosta della retrocessione, il Mantova è ripartito e sulla sua possibile permanenza, Monachello ha evidenziato: "Ho giocato in tante piazze e ho avuto tanti presidenti. Piccoli va nella lista dei migliori. So che c’era e spero ci sia ancora un progetto importante. Ha delle idee pazzesche per il Mantova. Bisogna fargli una statua. Se sono pronto a rimanere? A Mantova io e la mia famiglia ci troviamo benissimo e questo è importante. Qui è nata mia figlia ed è mantovana. Sono legato a questa città e ho tenuto la casa, ma non ho parlato con nessuno. Ancora sto male per come è finita quest’anno, ora vediamo cosa succede. Ripescaggio? Me lo auguro veramente. Il presidente se lo merita. Se rimarrei in D? Se il presidente chiama, lo ascolto volentieri. Ripeto: io qui ci sto bene".


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