.

Marani: "Ridurre i club di C? C'è chi non riesce a toglierne 2 su 20..."

di Giacomo Principato
Fonte: Luciana Magistrato

Matteo Marani, rieletto presidente della Lega Pro all'unanimità, ha parlato al margine dell'Assemblea di Lega tenutasi nella sede di Firenze: "Ringrazio subito i miei club perché mi hanno dato un attestato enorme, anche di affetto. Credo che sia il risultato di due anni vissuti assieme. La Serie C adesso è di nuovo compatta e questo è un impegno per i prossimi anni. Dovremo iniziare a ragionare di un nuovo assetto interno per il contenimento dei costi che è fondamentale. Ma anche su un piano più ampio legato alle riforme. Arriviamo ai prossimi step con grande unità e serenità, con l'appoggio di tutte le società che mi dà una spinta a fare bene".

In cosa ha vinto la sua governance?
"Utilizzo il termine scelto dal presidente Gabriele Gravina questa mattina: solidità. Siamo ripartiti ricostruendo una Lega che arrivava da un progetto di riforma bocciato e dalle dimissioni del precedente presidente. Credo sia cambiato il sentimento all'interno della Serie C. Siamo un campionato dal grande passato ma anche con elementi di grande novità. Questo connubio sta premiando questa lega".

Quali i prossimi passi che avete in programma?"
"Vorremmo di ragionare di un tetto ai costi. Parlo di spese salariali perché bisogna avere il coraggio di fare scelte di salute e sostenibilità. Credo che tutto il mondo del calcio debba iniziare a fare i conti con la realtà, dopo anni dove i debiti sono stati il veleno peggiore possibile. Le spese folli non indeboliscono solo i singoli club, ma l'interno sistema. E la parte sana dell'imprenditoria a quel punto non può che allontanarsi. Dobbiamo costruire una casa vivibile, sostenibile, con le dimensioni giuste e che permetta di fare calcio. Noi dobbiamo ricordarci sempre del campo, dei giovani, della programmazione tecnica. L'aspetto politico è importante ma lo è di più il campo".

Come si pone la Lega Pro in vista del Consiglio Federale del 4 novembre?
"Dobbiamo prima di tutto capire quale sia la proposta complessiva. Credo che le richieste della Serie A possano essere legittime, ma ricordandosi che se si vuole essere la locomotiva di un treno occorre occuparsi anche dei vagoni. Quando il calcio italiano ha funzionato bene lo ha fatto perché tutte le leghe funzionavano assieme".

Sul fronte della valorizzazione dei giovani quali sono le prossime tappe?
"Prima di tutto completare la riforma Zola che è stata applicata per il minutaggio, ma che adesso ha bisogno di nuove risorse per andare avanti. Dall'altro lato è fondamentale il contenimento dei costi".

Come si può cercare di uscire dalla crisi del calcio italiano?
"Credo che prima di tutto bisogna ripartire dal pensiero comune. I più grandi calciatori della nostra storia sono partiti dalla C e poi hanno scalato le serie. Serve formazione, sempre più forte, sui giovani. Bisogna prendere conoscenza che i problemi vanno risolti velocemente e bene".

Cosa risponde a chi continua a ventilare un taglio del numero delle formazioni di Serie C?
"Sento una gran quantità di numeri, 20, 30 o 40, mentre altri campionati non riescono a togliere 2 formazioni su 20. Credo che sia una grande operazione di distrazione di massa, per spostare l'attenzione per evitare che si punti l'attenzione sui problemi veri del sistema".


Altre notizie
PUBBLICITÀ