.

Marani: "La C è il serbatoio dei giovani di A e B e il futuro del calcio italiano"

di Redazione TC
Matteo Marani

Il presidente della Lega Pro Matteo Marani ha parlato ai cronisti nel giorno dell'Assemblea che è andata in scena a Roma e che ha modificato lo Statuto della Federazione: "Siamo in un punto storicamente difficilissimo del nostro calcio. Siamo fuori da due mondiali, siamo usciti con la Svizzera all'Europeo, ma è una responsabilità che riguarda tutti. Quando la nostra Nazionale soffre, quando il nostro movimento fa fatica, è un problema di tutti quanti. Se a questo aggiungiamo le difficoltà economiche del nostro mondo, è meglio ragionare insieme per uscirne insieme.

La Lega Pro ha pagato dazio? Secondo me la Serie C ha avuto un approccio non classico e tipico di queste situazioni, ma costruttivo. Noi abbiamo dato la nostra disponibilità a rivedere pesi e percentuali, non sono queste cose a fare la forza di una Lega, ma le idee che ha, i progetti, i contenuti, i giovani. Noi dobbiamo parlare molto di giovani uomini e di giovani donne, abbiamo bisogno di 30enni e 40enni che entrino in questo mondo con ruoli importanti, dobbiamo portare aria fresca che faccia bene a tutti, per rigenerarsi. C'è bisogno di un'apertura alle istanze della società civile, del lavoro, delle libere professioni. 

Le seconde squadre? Ricordo un fatto importante, la decisione fu presa dalla Federazione e noi non abbiamo frapposto barriere, abbiamo cercato insieme di trovare una soluzione e di costruirle insieme. Va un grande merito ai presidenti della Serie C che hanno accettato e non si sono chiusi in trincea contro la proposta. Sempre nel rispetto delle squadre che già facevano parte della Serie C. Nelle nostre squadre crescono e si valorizzano i nostri giovani, anche quelli di proprietà della Serie A. Quando la A e la B ragionano sulla C ricordino che noi siamo il laboratorio e il serbatoio dei loro giovani e del futuro del calcio italiano. Il grande calcio italiano ha sempre avuto le sue radici nella Serie C, penso a Roberto Baggio che da lì è partito, penso a Gianfranco Zola, a Gigi Riva, ai campioni del mondo del 1982 e del 2006. È sempre stata la serra del calcio italiano.

Se penso a una candidatura futura? No, noi siamo molto concentrati in questo momento su questo lavoro. Sono appena stato rieletto, io ho sempre detto e lo ribadisco: sono prestato alle istituzioni e lo faccio con gioia e soddisfazione, anche se non senza difficoltà. Lo faccio al servizio di tutti, le istituzioni si servono e non si utilizzano.

Le parole di Casini sulla Serie A? Io cercherei di abbassare i toni della dialettica, credo che la Serie A sia importantissima, sia il motore del nostro mondo, è la locomotiva del treno del calcio italiano. Quando abbiamo deciso di dare un consigliere in più alla Serie A lo abbiamo fato nell'ottica che la Serie A si prenda lo spazio che necessita per essere competitiva a livello internazionale. Ma di fronte alla nostra disponibilità ci deve essere il riconoscimento del ruolo che la Serie C svolge coi giovani. Abbiamo varato la riforma Zola proprio per i settori giovanili e quello che chiediamo a tutti è il rispetto dei settori giovanili".