.

Lamazza: "Girone C livellato, dall'Atalanta in giù rischiano tutte di retrocedere"

di Matteo Ferri

Il direttore sportivo Francesco Lamazza ha analizzato le ultime novità di Lega Pro nel corso dell'appuntamento pomeridiano di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.

Allora direttore, vorrei partire da un'analisi del girone meridionale. In questo momento guida la classifica, il Catania, forse non era proprio la favoritissima in estate, ti sta sorprendendo o è perfettamente in linea su quello che ti aspettavi?
"No, io l'ho detto già in altre occasioni che il Catania per me è la squadra da battere, anche perché rispetto alle altre è un progetto che non capita per caso ma è stato costruito. Sono due anni che stanno costruendo una squadra per vincere, quindi non è una compagine costruita quest'anno. Hanno messo tasselli ogni anno e adesso hanno costruito una squadra veramente forte e per me era la squadra da battere all'inizio e figuriamoci oggi. Certo, è un campionato che fino all'ultimo sicuramente non si saprà chi lo vincerà. Ormai, come si vede, è entrata in corso anche il Cosenza, che all'inizio nessuno avrebbe mai detto e invece adesso è rientrato dentro, pensiamo anche alla Casertana mentre porta un po' di ritardo il Crotone. Saranno queste le squadre che si giocheranno il campionato Catania e sarà la squadra da battere".

A Cosenza non si è ricreato ancora un grande clima tra la piazza e la proprietà, ma il Cosenza ha portato in Serie C buona parte della squadra in Serie B, quindi i valori erano già alti, un allenatore molto bravo. Un'altra retrocessa dal quale si aspettano grandi cose è la Salernitana, anche in questo caso qui c'è stata una doppia retrocessione, quindi doppi problemi, una rivoluzione vorrei dire quasi totale del gruppo squadra e del gruppo tecnico. È un po' in ritardo la Salernitana o è perfettamente in linea ancora con quelle che sono le ambizioni da promozione diretta?
"Salerno è una piazza calda che viene da delusioni, partendo dalla Serie A alla Serie B, quindi è una piazza caldissima. Ogni risultato che non è una vittoria comincia a salire un po' la pressione. Daniele Faggiano ha lavorato benissimo, perché non è facile ricostruire ed essere subito competitivi. Il calcio ti insegna che non è che spendi di più e vinci. Parte con qualche handicap proprio dalla pressione che si porta dietro, dagli strascichi degli ultimi anni, non è facile e non è facile anche perché la piazza è incandescente, quindi un pareggio non viene accettato, vogliono vincere. Sappiamo tutti qual è il blasone che si porta dietro la Salernitana, quindi per loro è doppiamente difficile, non che a Catania non sia uguale, però Catania si è costruito nel tempo per arrivare ad avere una squadra competitiva. L'anno scorso hanno fatto un ottimo campionato, hanno un'intelaiatura importante, hanno ricompattato l'ambiente con tifoseria, stampa e squadra e questo è importante per poter lavorare tranquillamente e raggiungere poi l'obiettivo".

A Benevento c'è stato un percorso un po' curioso, perché si è partiti con un gruppo consolidato invece sono arrivati i problemi, il cambio di allenatore che tra l'altro non è maturato dopo una sconfitta, ma dopo un risultato positivo, questo a  testimonianza che la scelta è stata una scelta frutto di un ragionamento profondo, non legata all'emotività di un risultato, dove lo metti questo Benevento in questo gruppo di grandi?
"Il Benevento rispetto alle altre è la squadra sulla carta più giovane, hanno questa spensieratezza, c'è stato questo cambio di allenatore e sono lì. È una squadra che ancora non riesco a decifrare, comunque c'è stato questo cambio di allenatore, e bisognerà capire col tempo come la squadra lo assimila, perché quando cambia un allenatore soprattutto nelle zone alte della classifica non è facile, è quasi come andare a complicare un po' le cose. Sicuramente è la compagine più giovane e quindi bisognerà capire questa spensieratezza dove li porta, la squadra è ottima, l'anno scorso hanno fatto un grande campionato, hanno portato anche giocatori importanti, giovanissimi, alla ribalza del calcio italiano, quindi ha tutte le carte regola per fare bene. Io dico che il campionato sarà incerto e si deciderà tutto in primavera, vediamo anche come sarà questo mercato di riparazione, perché tante volte andare a toccare queste compagini, soprattutto per chi sta lottando per il vertice, molte squadre pensano di rinforzarsi, ma tante volte bisogna stare attenti a non toccare quelli che sono gli equilibri che si sono costruiti in queste 19 giornate di campionato. Lì sicuramente si traccerà una linea che si comincerà a capire veramente dopo di che pasta sono fatte, perché ricordiamoci che il girone di ritorno è sempre un altro campionato". 

In questo girone meridionale è il livello anche medio-basso che è alto, cioè non ci sono avversarie comode, fai fatica a capire chi retrocederà per dire che non esistono vittime predestinate.
"Soprattutto perché io penso che dall'Atalanta in giù tutte le squadre possono retrocedere, perché fino a poche settimane fa si pensava al Foggia che era una squadra morta e invece si è ripresa, lo stesso Siracusa che è partito con grande handicap, ma pur perdendo si vedeva comunque una squadra che giocava a calcio. Io ho visto tutta la partita contro la Casertana a Caserta e meritava sicuramente il Siracusa. Sembrava la vittima predestinata di questo girone, ma non lo è. Sta di fatto che lo stesso Picerno, che ha fatto sempre campionati importanti, sta soffrendo maledettamente, ma lo stesso Sorrento, Altamura, la stessa Cavese, sono squadre che giocano e battagliano con tutti. L'abbiamo visto anche l'ultima partita contro il Benevento, i giallorossi hanno avuto ragione all'ottantaseiesimo, quindi sono squadre che battagliano in continuazione. Non è facile capire quale sarà la griglia dei play-out, è un campionato veramente incerto questo".

Il girone meridionale è pieno di partite di alto livello ma proprio per questo, nei playoff, le squadre del girone C rischiano di soffrire di più perché arrivano stremate alla fine della stagione:
"Calcisticamente io sono partito dalle zone dove abito. Ho fatto il Girone A con Lecco, Pro Patria e il girone C è un girone che ti logora. Bello, affascinante, perché comunque ci sono piazze dove vedi un pubblico che oggi fai fatica anche in Serie A a trovarlo, perché giocare a Catania, giocare in queste piazze, la partita la senti, è un clima che ci riporta agli anni 80-90. Al nord fai fatica a trovare questi campi così appassionati, forse giusto Vicenza e Brescia. Qua al sud basta che vai già in una piazza come Cava e ogni partita diventa la notte di Champions League. E quindi sì, arrivi logoro, perché comunque è stressante, mentre a nord purtroppo negli ultimi anni non c'è questo grande seguito, sotto un certo punto di vista mancano proprio anche le grandi piazze che potevano essere il Pavia, lo stesso Piacenza. Sono rimaste poche le piazze calde, una è il Lecco, che è una piazza del sud prestata al nord. Mi ricordo ai miei tempi la Pro Patria aveva un pubblico esagerato, insomma avevi comunque 3.000-4.000 spettatori, oggi fai fatica a farne 1.000, è un po' un calcio in cui si è perso un po' l'interesse in tante piazze, forse dovute anche a tanti altri fattori, ed è un peccato. Nel girone B qualcosa vedi ancora, vedi piazze come Ravenna, San Benedetto del Tronto, sono piazze calde, dove tu arrivi e la partita la senti, è ovvio che poi quando arriva il play-off arrivi un po' logoro, sicuramente, e poi abbiamo visto negli ultimi anni che poi chi è andato in B sono state quasi tutte, tranne l'anno scorso, squadre del girone A. Nel calcio chi merita vince ed è giusto così, però a nord si sono perse un po' delle piazze storiche che hanno tolto un po' di fascino sotto questo punto di vista. Io almeno quando ho fatto il girone A con la Pro Patria avevo Reggiana, Padova, Cremonese, avevo Spal, tutte piazze importantissime. Lo stesso Portoguruaro che sembrava una squadra così poi negli anni successivi è arrivato in Serie B". 


A TUTTA C con Luca Calamai. Ospite: Francesco Lamazza (Ds)
Altre notizie
PUBBLICITÀ