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Jimenez: "Partite truccate quando giocavo alla Ternana. In Italia c'era mafia"

di Lorenzo Carini

L'ex calciatore cileno Luis Jimenez, transitato in Italia nei primi anni Duemila (ha vestito, tra le altre, le maglie di Inter, Lazio e Fiorentina), ha rilasciato delle dichiarazioni molto pesanti nei confronti della Ternana, sua ex squadra tra il 2002 e il 2006, nel corso di un'intervista al canale YouTube 'Vamo A Calmarno': "Giocavo nella Ternana. Una volta entrai, segnai e il portiere della mia squadra mi voleva uccidere. Eravamo d'accordo per pareggiare, io segnai e quindi gli altri avrebbero dovuto segnare un gol. Io però non lo sapevo, erano le mie prime partite in Italia. Volevo mangiarmi il campo, me lo dissero solo dopo. In un'altra partita eravamo primi in B e affrontavamo l'Atalanta che era seconda. A Bergamo era una festa vista l'amicizia tra le due tifoserie. Ricordo che presi palla e conquistai un rigore. I miei compagni, gli avversari, tutti allo stadio iniziarono a gridarmi contro. Ricordo anche che quando il mio compagno trasformò il rigore, anziché esultare si mise le mani sul volto. Avevo preso un duro colpo in occasione del fallo da rigore e, mentre uscivo dal campo, il dottore mi disse che la partita era sistemata, di non entrare più in area di rigore. In Cile qualcosa del genere non mi è mai successo, mentre in Italia c'era molta mafia e molte partite erano sistemate. Oggi meno perché tante persone, ex calciatori e dirigenti sono stati puniti e non possono più lavorare nel calcio. E' stato veramente pesante per me, ero agli inizi e volevo arrivare al top del calcio italiano".


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