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Agnello contro sindaco Ancona: "Mi ha diffamato". Procura chiede archiviazione

di Valeria Debbia

Poteva non lasciare strascichi giudiziari lo psicodramma estivo vissuto dall’Ancona? A innescare le indagini della procura è stato Francesco Agnello, l’imprenditore di Torre Annunziata che lo scorso 26 giugno ha rilevato dal malese Tony Tiong quella che era l’Us Ancona (spogliata dei marchi, in capo ai tifosi, e di ogni concessione dal Comune) attraverso l’acquisizione della società The Dream.

In estate - come riportano i colleghi del Corriere Adriatico - ha depositato una querela che ha fatto aprire più filoni di indagine. Uno è per diffamazione e ha visto come indagato il sindaco Daniele Silvetti per alcune sue esternazioni: "Difficile commentare un comunicato così denso di inesattezze tecniche e dalle sfumature a dir poco intimidatorie. I cittadini anconetani hanno già ben chiaro chi sta bussando alla porta" aveva detto Silvetti, facendo riferimento a una precedente nota stampa inviata dai legali di Agnello, dove - tra le altre cose - veniva chiesto al Comune come era stato possibile pubblicare un bando rivolto alle società per iscrivere il club alla luce del closing suggellato pochi giorni prima. Per questo procedimento è stata però richiesta l’archiviazione.

Ma Agnello ha innescato anche un altro filone d’indagine, ancora aperto. Forte della procedura che lo ha portato, di fatto, ad essere il patron della matricola Us Ancona, ha reclamato la proprietà dei beni appartenuti al club, ma che - a detta dello stesso Agnello - sono sfuggiti al suo possesso. Di qui, la denuncia per furto, sporta contro ignoti.


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