Taranto, Correa "croce e delizia"

Taranto, Correa "croce e delizia"
venerdì 4 dicembre 2009, 16:29Altre news
di Redazione
Lucas Correa rischia di diventare un grosso equivoco. A danno del Taranto. Perchè se in città c´è chi lo difende, ed è pronto a concedergli una seconda chance, c´è anche chi crede che il suo tempo in riva allo Ionio sia terminato (e proprio ai microfoni di TuttoLegaPro.com il suo procuratore aveva spiegato che potrebbe presto lasciare i rossoblù - LEGGI L´INTERVISTA). Sta di fatto, che l´argentino, inseguito e corteggiato per un´estate intera, da salvatore della patria rischia di trasformarsi in un flop. Ma come spiegare questa involuzione? Abbiamo provato a rispondere all´interrogativo avvalendoci dell´ausilio di chi lo conosce bene per averlo allenato.

Cominciando da Andrea Camplone, il tecnico che gli ha fatto muovere i primi passi in Italia, nel Penne in Eccellenza, prima di portarselo dietro a Lanciano dove è riuscito a mettersi in evidenza:
"Lucas è un ragazzo eccezionale, oltre che calciatore di tutto rispetto - attacca l´ex di Cavese e Martina -. Per una categoria come la Prima Divisione è senza dubbio un lusso e non so proprio da dove possano trarre origine i suoi problemi lì a Taranto. Mi hanno riferito di incomprensioni con i tifosi, di fichi, evidentemente non è riuscito ad ambientarsi. So, per certo però, che la sua avventura in rossoblu non è partita nel migliore anche per via di uno stiramento al quadricipite della coscia sinistra che lo ha fortemente condizionato. Se è giusto che vada via a gennaio? Mah, Taranto è una piazza entusiasmante, ma al tempo stesso esigente. Fossi in lui, rimarrei per dimostrare il mio reale valore, che da quelle parti ancora non sono riusciti ad apprezzare. D´altro canto, farebbe bene a tenerselo stretto anche il Taranto, perchè quando Correa gira a 1000 non ce n´è per nessuno...".

Dopo due stagioni a Lanciano, Lucas Correa ha ben impressionato anche a Lucca, con Paolo Stringara allenatore:
"L´idea che mi sono fatto di Lucas - spiega l´ex rossoblu oggi sulla panchina della Cavese -, è che per poterlo far rendere al 100 per cento devi costruirgli la squadra intorno. Io non so cosa stia succedendo a Taranto, per giudicare devi esserci dentro, ma Correa è uno di quegli elementi che per giocare al massimo ha bisogno di sentirsi addosso la fiducia di tutto l´ambiente. In fondo, stiamo parlando di un ragazzo serio, che può cambiare il volto a una squadra in qualsiasi momento. Per quella che è stata la mia esperienza, posso dire che lo tenevo in campo fino all´ultimo, anche quando la prestazione non meritava. Perchè era sempre pronto a fare la differenza. Andar via da Taranto? E´ una decisione che spetta a lui: stiamo parlando, però, di una città che se impara ad amarti dà tutto, ma giustamente esige...".


Nella carrellata c´è spazio per Piero Braglia che l´ha diretto proprio a Taranto, anche se solo per tre settimane:
"Il suo valore non si discute - attacca il tecnico toscano -. Posso dire soltanto che arrivò da noi con tantissimo entusiasmo, ovviamente ripagato dalla gente che lo accolse a braccia aperte. Partì fortissimo con la punizione-gol al Rimini, prima di fermarsi per qualche problemino fisico. Non so cosa stia succedendo adesso e sinceramente preferisco non entrare nel merito della questione, dico soltanto che un elemento del genere è sempre meglio recuperarlo piuttosto che cederlo".

Dulcis in fundo, Franco Lerda, il tecnico con cui ha giocato la sua miglior stagione, a Busto Arsizio con la maglia della Pro Patria:
"Mi stupisce che a Taranto stia facendo così tanta fatica - analizza l´attuale guida del Crotone, in Serie B -. In Lega Pro, Correa è un giocatore non fondamentale, di più. Lo scorso anno ha avuto un problema familiare, che superò brillantemente. Per il resto, è un ragazzo che sa star bene in gruppo. E’ da tanto in Italia quindi conosce bne la nostra cultura, sa come muoversi, soprattutto in piazze calde come quella di Taranto. Non riesco proprio a capire. Ha un carattere assolutamente semplice e sa star bene con gli altri compagni. Con me, dal punto di vista tattico penso che abbia disputato il suo miglior campionato. Ha segnato dodici reti al termine di una stagione giocata ad altissimi livelli. In Prima Divisione fa assolutamente la differenza. Io l´ho sempre utilizzato dietro a tre attaccanti perchè in quella posizione mi garantiva grande qualità e lettura di gioco. Sicuramente non uno velocissimo con i piedi, ma lo è con la mente e nel calcio la velocità sul campo è figlia di quella mentale. A lui la visione di gioco non manca. Non gli affidavo gran lavoro di copertura e riusciva sempre a trovare la zona importante. Mi stupisco davvero. Andar via a gennaio? Non so, ma un giocatore per rendere al massimo deve avvertire la fiducia di tutto l´ambiente. Se io fossi un suo dirigente, cercherei di capire i suoi problemi per poi rilanciarlo”.